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48 | degli ulivi |
Alcuna volta, ma del mar la vista
Presto le increbbe, che all’orribil chioma
490Fu specchio. Indarno di conforto alcuno
Sperò pietoso altrui, che al fero aspetto
Non pur le genti si fuggian percosse
Da subito terror, ma il fischio orrendo
Disnidò dalle selve anco le fere.
495Pace indarno pregò quella meschina
All’oltraggiata Dea, che stanca, e vinta
Dal disagio e d’affanno, in erma piaggia
Sola si giacque lagrimando, e tutta
D’urli empiendo e di lai la terra, e il cielo,
500Finché prode 9 stranier questa soccorse
Misera donna d’invocata morte.