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libro secondo 47

Il suo furtivo amor, sacro a Minerva
Dalle genti Massile un tempio occorse
Al rapitor. Qui del fuggir la pena
465Cesse, e la virginal soglia del Nume
Di quello stupro fu ministra ed ara.
Ma di quel nodo amor poco allegrosse,
Che sinistra suonò per le segrete
Compagini del tempio orrenda voce;
470Di sdegno arse la Diva, e come nulla
Contro il nume potea, del profanato
Altar vendetta disegnò tremenda
Nella fanciulla: che dolente e stanca,
E di subito orror piena a quel loco
475Die' il tergo rapidissima fuggendo.
Fiero portento allor, rabide serpi
Si fer gli aurei capelli, e qual si vibra
Agli occhi, e al petto, e qual di schifo nodo
Il roseo collo le viaggia, e stride
480La commossa del capo orribil selva.
Ahi di picciola colpa inegual fio,
Forsennata donzella! A se medesma
Orribil fatta, e di spavento altrui,
Lei più non vide il tardo espero, o il sole
485Lentar l'insano corso, ove più tristo
Più deserto il cammin la selva offria.
Fra gli scogli raminga il passo tenne