E tutte ardendo di fatali grazie 385Ogni pregar degli amator fe’ vano
La vergine Medusa; ad immortali
Nozze volto ha il pensier, che l’alterezza
In che venne, se stessa alle celesti
Dee pareggiando, infausto amor sortilla. 390Palla n’ha in mente sua fatto disegno,
Come colei che più dell’altre addentro
L’ira sentì delle spregiate forme,
E degli aurei capegli. All’ime case
Del possente Nettun la fama intanto 395Pervenia della Ninfa, e la gelosa
Amfitrite del ver togliea gran parte;
Ma come della vista il gran Nettuno
Fu beato di lei, quelle scorrendo
Nella Sirte maggiore onde tranquille, 400Diletto e sacro ebbe quel mare. Ai verdi
Corsier le briglie ivi allentando uscia
Pel vicin lido, e tutta discorrendo
Quella piaggia fiorita i regni aviti,
E l’imperio dell’acque, e gli amorosi 405Balli, e gli amplessi delle cento figlie
Abbandonò di Nereo. Compagno
Il gran Proteo seguia l’orme del Nume,
Cui desio di mortal donna traea
Alla reggia di Forco. Esci pel queto