Del perduto suo trono, a insegnar prese 385La cultura de’ campi. Ei primo al solco
Fidò la speme di ventura messe;
Primo il vario del sol corso, e gli aspetti
Della pallida Luna, e de le stelle
Narrò a mortali, e per che modo insigne 390Per le dita di rose in ciel fiammeggi
L’alba nascente, e rai tremuli ruote
» Lo bel pianeta che ad amar conforta. »
Qual de’ venti insegnò turbi, e contristi
L’aer sereno, e chi il torni tranquillo. 395Primo i campi divisi, e l’onda a questi
Dirivò dalle fonti, e di barriere
Li cinse, e fissi termini v’impose;
E sì conobber lor confini, e dritti
Le crescenti famiglie. Indi narrava 400Le arcane leggi di natura, e nome
Impose agli astri erranti, ed a pianeti
Del magno Olimpo, e ne additò gl’influssi.
Per le mani del Dio culte le piante
Lor selvaggio costume, e lor natura 405Dimenticâro, e di novelli pomi
Piegâr le fronde ponderose a terra,
Trovò gl’ingrassi che gli esausti sali 6
Risarciro al terreno, e delle piante
Al pedal ne commise, e il casto ulivo