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14 | degli ulivi |
E il beato terren che a lei si abbraccia
La saturnia ricorda età perduta
A chi v’arriva; e tal di se vaghezza
335Destò nel core di gentil poeta 5
Che poiché dall’umil barchetta vide
La pellegrina Delo, e Rodi, e Cirra,
E la fertile Creta, a questo lido
Tornò votando il suo reduce legno
340Ai figlioli di Leda. Ivi colline,
E verdi cespi di ridenti rose,
E pure fonti, e grassi paschi ameno
Lago circonda, che il Tirren somiglia
Levando i flutti procelloso, e vince
345Di bellezza, e di calma ogni tranquillo
Stagno, se l’odorata aura vi scherza.
Ivi del por gli ulivi il modo è piano,
Più secura e spedita la ricolta,
E per le ben disposte alme pendici
350Gode Minerva rigirarsi, e vince
Ivi la speme de’ ricolti, il frutto.
Ma sul nudo terren chi le sementi
Sparse, e frutto n’ottenne, che la spesa
Vaglia, e il lavoro, se gl’ingrassi obblia
355Preparando la terra? Riluttante
L’arido germe in arido terreno
Che di fredda crudezza a lui d’intorno