Rinvigorendo, e si fa tronco, e getta
Ricche di frondi noderose braccia.
Di rari che parean quindi i virgulti
Son fatti bosco d’increscevol’ombra; 310L’un co’ rami al vicin le frondi implica,
E vi si mesce, nè più il sol gl’investe
Fecondatore, il sol prima del mondo
Vita, e perenne animator del tutto.
Se ingannar non ti vuoi, se norma, e certo 315Ordin vagheggi tu nel por l’ulivo,
Ai coronati colli il guardo volgi
Della fertil riviera, ove coll’onda
Sorge il padre Benaco, e nell’ ampiezza
Dei flutti asconde la città sepolta. 320Non indarno fra l’altre al ciel più care,
E care all’uman seme amiche piagge
Questa si vanta, o che di frutti e fiori
Varia edûchi famiglia, e di ben posti
E forti ulivi s’inghirlandi, e l’arti 325Di Cerer tutte, e di Minerva accoglia.
D’amenissimi vini, e di salubri
Arancj fecondissimo, tu invano
Compari a questo mio fiorito nido
La Tessalica Tempe, e d’Alcinôo 330Gli orti, e d’Esperia le incantate glebe.
Qui l’agil aere, il cielo aperto, e l’onda.