280Pria che l’ordine in un confonda, e turbi
L’animosa tenzone. In bipartita
Schiera, se il puoi, seguan le buche, aperte
Di quattro piedi al fondo, e cinque al sommo,
E profonde trè pie’, colla natura 285Del terren varïando opre e consiglio.
Come vuolsi lo scavo empir di smossa
Ottima zolla preparata e leve,
Onde agevole più trovino strada
Le nascenti radici, angusto il sito 290Esser non de’, che mal penètra il duro
E compatto terren che lo costringe,
E preme intorno, il piccol germe. Aperti
Lascia gli scavi un anno, affinchè il Sole
Ivi sua forza adopre, e l’aria, e l’acqua. 295Facile inganno a chi al venir non mira
Fu il piantar troppo folto, onde costretto
La mesta a diradar selva importuna
Con dispetto, e con danno a sveller tratto
Fu per forza il cultor de le dilette 300Piante i giovani fusti, e con gli spessi
Vuoti lungo le fila indur spiacente
Deformità. Picciol dal fosso emerge
Il fusticel, cui rapido sorvola
L’occhio, e ne par che discoperto e nudo 305Segga il terren, ma cresce il picciol fusto