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12 degli ulivi

280Pria che l’ordine in un confonda, e turbi
L’animosa tenzone. In bipartita
Schiera, se il puoi, seguan le buche, aperte
Di quattro piedi al fondo, e cinque al sommo,
E profonde trè pie’, colla natura
285Del terren varïando opre e consiglio.
Come vuolsi lo scavo empir di smossa
Ottima zolla preparata e leve,
Onde agevole più trovino strada
Le nascenti radici, angusto il sito
290Esser non de’, che mal penètra il duro
E compatto terren che lo costringe,
E preme intorno, il piccol germe. Aperti
Lascia gli scavi un anno, affinchè il Sole
Ivi sua forza adopre, e l’aria, e l’acqua.
295Facile inganno a chi al venir non mira
Fu il piantar troppo folto, onde costretto
La mesta a diradar selva importuna
Con dispetto, e con danno a sveller tratto
Fu per forza il cultor de le dilette
300Piante i giovani fusti, e con gli spessi
Vuoti lungo le fila indur spiacente
Deformità. Picciol dal fosso emerge
Il fusticel, cui rapido sorvola
L’occhio, e ne par che discoperto e nudo
305Segga il terren, ma cresce il picciol fusto