Si volgerebbe ne’ petrosi colli.
Tal pianta ama il terren lieve, tal altro
Seme gode nel forte, e tal nel secco
Di soave pendio, cui nudo sasso 180Sostegna, e la scorrevol onda tosto
Versata fugga le inclinate glebe.
Altro l’orezzo d’umida convalle
In che rado pervenga il solar raggio
Estivo, e la stagnante acqua mantegna 185Paludosa la terra, ama, e profonde
Nel molle limo le radici impiglia.
Che più! se fra le stesse aride mura
L’edera parassita i tralci implica
In mille modi, e i nudi tetti, e l’alte 190Colonne offron talora ai semi albergo!
Miracol parve sulle dure pietre
Verde fiorir la minutissim’erba:
Ma poichè la restia fisica aperse
L’occhio a mortali, Zeffìro palese 195Fece l’innocuo furto, e come aleggi
Sul calice de’ fiori depredando
Le polveri odorate, e la semente
Combattuta nell’aere alfin si posi
Sul fastigio de’ templi, e delle torri. 200Non presso alle sorgenti acque, nè presso
A la palude, ama il terren leggero 4