Trovar facile un giorno adito, e grazia 125Di Flora il pio cultore, e del sonante
Adige il primo lodator del Riso.
Nè si sdegnaro allor che alla vincente
Roma tributi offria la conquistata
Dal romano poter libera terra, 130D’Italia i prodi maneggiar la marra,
E il duro aratro. Onesto era de’ campi
E lodato lo studio; e tal che salvi
I trepidanti avea lari, pugnando,
E i cittadini a libertà tornati, 135Sopra l’are di Giove, e di Quirino
Le ricche insegue, e i consolari fasci
E le verghe, e gli onor deposti, e il nome
Lieto rendeasi ai campi, onde lo tolse
Amor di gloria, e della patria il grido. 140Forse avverrà, se riposato albergo
Fia che mi accoglia, e poche al viver mio
Ore tranquille assentirà la Parca:
E finchè irrequieta e generosa
Fiamma, e di giovinezza ardir fa lieve 145All’impavido core ogn’alto incarco,
Ch’io le imprese dirò, le memorande
Pugne, e gli spirti in amistà congiunti
Dei discordi Fratelli, e la tiranna
Del mar tornata ai mal lasciati scogli,