Crebber di Febo, e di Sofia le belle
Arti, e il saper che la fra l’altre al cielo
Dilettissima terra, Italia mia
Così alto locar, d’ogni sublime 50Studio maestra agi’invidi stranieri.
Qui seggio eterno aver ti piacque, ed are,
Qui regni o Dea, che indarno altri ti sforza
Duri climi a varcar dove inclemente
Natura a tardi ingegni il ver contende; 55E poiché dal congiunto ardir nemico 2
Ilio soggiacque a estremo fato, indarno
Il tuo gran simulacro a la deserta
Etolia piaggia di recar fu avviso
Di Tidide al fìgliol, che alla raminga 60Poppa fe’ guerra il ciel, la terra, e l’onda,
E spirato dai numi, al fuggitivo
Ver la promessa Italia Iliaco duce
Lo ritornò, che di Lavinio, e d’Alba
Pria le mura protesse, e dal Romano 65Crescente imperio al Tebro indi raccolto
Fermò la sede nell’Ausonia terra.
Questa adunque, se amor del nido antico
Pur ti consiglia, onde più lieto il verde
Onor d’umili colli arbor frondeggi. 70Questa per te si scorga a la sua meta
Del rustico saper non ultim’opra.