20Età rammenti, e l’auspicato brando;
Tu di pace cantor con molle verso
Canta dell’arbor mio sacro alla pace.
Com’ebbe detto ciò d’un pio riguardo
Folgorò nel sembiante, e come piuma 25Fosse che vento rigirando estolle,
Per lo tranquillo ciel prese cammino
Del suo santo apparir fatto sereno.
Perch’io fidando al suo favor, se pari
Al buon voler risponderà l’ingegno, 30Non temerò cantar questa feconda
D’argomenti e di pregi arte gentile
Dell’arbor suo. Le Rodie balze, e il caro
Attico nido, e l’inclit’Argo, e l’onda
De le bionde 1 Acestoridi abbandona 35Tu Dea, che figlia al gran Tonante godi
Or tra Frigi Palladia esser nomata,
Or fra Greci Tritonide del bello
Cerulo sguardo, ed or Partenia in cielo
Dai casti membri; al mio lavor principio 40Sia dal tuo nume. Il forte usbergo, e l’arme,
E lo scudo fatale onde francheggi
Le fiorenti città, viril donzella
Lascia, e il cammin per molte ambagi avvolto
Né tocco mai da verun’orma, o Diva 45Mostrami. All’ombra de’ tuoi santi rami