Al suol, di queste la maggior si posa
E cavo ha il seno, e piatta in se raccoglie 360L’alta superïor, che si rigira
Pesa a volubil mangano nel tetto.
Espedita non men frà l’umil gente,
Cui povertà le macine contese
Opra vid’io. Sovra inclinato piano 365Pou distese le olive, e via sovr’esse
Sù di perni rotanti altra passando
Asse inclinata, le dispoglia e frange
E dal nocciuol le scevra. E industre io vidi
Oltre ver Baldo macchina gentile 370Che in un dispolpa le cortecce e preme
Il palladio licor; semplice ordigno
Che del Benaco sulle sponde ha grido.
Di ben polito faggio asse, cui sorge
Elevata la sponda si scannella 375Di più righe, che oblique in picciol doccia
Mettono capo. In sacchi indi si chiude
La tumefatta oliva, ossian di tiglio
O di lana tessuti, e sovraimposti
All’inclinata superficie, ascende 380Sovra questi il villan, soavemente
Percotendo col piè l’atro cuscino,
D’onde vergine corre e si diffonde
Ed in soggetto vase il licor stilla.