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che basta averli eseguiti, per sentire quanto siano pesanti, ed ugualmente faticosi ad uomini e a cavalli, qualunque sia il terreno su cui si eseguiscono.

Gli spiegamenti della colonna serrata sopra uno de’ suoi fianchi o sul prolungamento innanzi d’un fianco1 sono movimenti che, come tutte le altre formazioni laterali, si possono eseguire in piazza d’armi o in un campo di parata; ma in guerra sono impraticabili. Nella formazione a sinistra o a destra sullo squadrone della coda, o su qualunque altro squadrone centrale, lo squadrone indicato bisogna che si fermi, nè può proseguire sinchè lo squadrone che precede non gli abbia lasciato spazio pella conversione. Gli altri squadroni che precedono, fanno tutti ugualmente sino al primo. Se poi lo squadrone di base fosse il primo o centrale, allora tutti gli altri che seguono debbono far due dietro fronte di plotone, una marcia di fianco per guadagnare la distanza, ed una conversione di squadrone.

Qualunque sia la celerità dell’andatura, questo movimento che poi non è che parziale, sarà sempre lento, complicato e difficile; ed oltre a ciò la colonna essendosi serrata per la poca profondità del terreno, ve ne sarebbe sempre abbastanza per distendersi in colonna a distanza intiera? — E se il nimico assalisse durante l’esecuzione del movimento, chi sa dirmi cosa avverrebbe?!... È assai diverso lo squadronare in piazza d’armi, su terreno adatto e misurato, dal trovarsi in aperta campagna e col nimico in viso, sopra un terreno in cui vi porta il caso, ed ove la maggior parte delle evoluzioni insegnate sono inopportune ed impossibili!

Un altro movimento, che oltre a ciò è matematicamente è geometricamente ineseguibile, è lo spiegamento in battaglia sul prolungamento innanzi d’uno de’ suoi fianchi. — Dice la teoria, nelle conversioni di squadrone a perno movente, che il perno deve descrivere un arco di 20 passi (15 metri) rallentando l’andatura; l’ala marciente la raddoppia e la sesta fila del 2° plotane verso il perno la mantiene uguale2.


  1. Vol. 3° del Regolamento § 1913 al 1921; pag. 294 alla 304.
  2. Ibid., § 1650, pag. 104