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pel freddo, stante la sua foggia quasi uguale al cappotto soprabito dell’uffiziale di fanteria, possa pure portare senza il bavero.

La tenuta giornaliera sarebbe soppressa, perchè in origine la giubba di panno attuale era la tenuta pei servizi di quartiere, indi ne fu fatta la tenuta abituale del soldato. La sua soppressione non ha inconveniente e presenta notevoli economie; perchè i vecchi abiti di tenuta, rinnovati alla loro scadenza, li potrebbero rimpiazzare pel quartiere, e così in marcia o in campagna, lasciati al deposito, non vi sarebbe sul carico altra veste esterna all’infuori di quella che s’indossa.

Al deposito dovrebbe anche lasciarsi il pantalone di tela, che se è utile durante la pace, è d’imbarazzo in guerra; perchè più o meno prossimi al nemico, quando è che la propria sicurezza permette farne uso?... Soltanto nei cambi di guarnigione potrebbe tollerarsi fosse messo sulla sella, tra il seggio ed il cuscinetto.

Il berretto a visiera sarebbe rimpiazzato da un berretto da quartiere, simile a quello dei bersaglieri, ma di color celestino con nappa bianca. In marcia si potrebbe portare in tasca o in petto, non avendo visiera che lo impedisca. In accampamento di notte si può tirar giù sulle orecchie e anche coprirsi gli occhi, per preservarli dalle correnti d’aria, principali cagioni delle oftalmie. Il berretto a maglia sarebbe così soppresso per togliere dal corredo un articolo che sarebbe superfluo.

La valigia sarebbe in pelle nera, per la tolta gualdrappa, e non dovendo più contenere che due camicie di cotone, un paio mutande di tela, un asciugamano ed il libretto, dovrebb’essere ridotta metà dell’attuale, e fatta in modo che nel mezzo fosse più ristretta.

Il farsetto a maglia grossolano, sudicio ed indecente, sarebbe surrogato da una camiciuola di panno color grigio, con sue maniche e senza goletta, chiusa al petto da sei bottoni d’osso. Questa camiciuola col pantalone di tela formerebbe la tenuta di quartiere e degli esercizi a piedi. Nell’estate