Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/64

56

petto, e mai più in mia tasca stretta e poco sicura, la quale, ciononostante, co’ suoi tre pendagli, aggiunge lire 10,200 alla spesa, e 700 grammi al peso.

Tutti questi abiti, sopraccaricati da tanti abbellimenti e superfluità, che in marcia o in campagna, si rinchiudono nella valigia, o s’aggiustano sulla sella insieme al resto, costano molto allo Stato, sagrificano l’utile all’apparenza, aggravano il carico, e rendono necessaria, indispensabile una riduzione.

Oggi un cavallo di truppa completamente bardato vi mostra sul dorso due prominenze più alte delle gobbe del dromedario. — Inzeppateci in mezzo un omaccione, strozzato alla gola dall’alto collare; stretto al petto dalla tunica, con cordami dinanzi ed altri in giro; con fiocchi che gli dondolano a sinistra; fasciato intorno dal grosso rotolo del pastrano, e dalla bandoliera d’una giberna, da cui se estraete una cartuccia ve ne cadon due; stretto a vita da grossa cinghia da cui scendon giù correggie e pendagli d’ogni specie; mettetegli in capo un gallicano cheppì tirato a destra dalla pioggia dei crini, o meglio un berrettone boreale coi suo doppio decimetro di pennacchio, e poi ditemi dove sta il buon gusto e l’eleganza; — venitemi a parlare dell’agilità del centauro!.....

Bisogna che la tenuta della cavalleria sia sciolta, e perciò nelle commissioni a ciò deputate — «il vecchio elemento che vorrebbe tutto cinghiare e serrare non primeggi1

Bisogna che la forma degli abiti sia appropriata alle necessità della vita, e non soggetta ad un gusto passeggiero o ai capricci della moda.

Bisogna che il corredo sia in armonia colla nuova tattica; con quella tattica in cui durante un’intiera guerra si resta sempre accampati. — A che aver cose che non servono che alle rassegne o nei dì festivi?...

Sia dunque la divisa comoda per la forma, semplice pei colori, forte per la sostanza e non chiassosa. Sia atta a ve-

  1. Ulrico D’Aichelburg maggiore nei Bersaglieri. — Considerazioni sull’armata italiana dopo la campagna del 1866