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Intanto una divisa unica, non dirò definitiva, perchè il progresso a poco a poco deve portare utili modificazioni, ma che almeno abbia regno non tanto effimero, è ancora un desiderio quantunque l’erario potesse averne economia, e l’uffiziale più che ogni altro ne profittasse; perchè è chiaro che l’acquisto dei cavalli, il cambiamento d’arma e di tenuta equivalgono alla soppressione dello stipendio per qualche anno.
La nostra tenuta potrà a taluno apparir brillante, e forse anche tale da dar bello aspetto a chi la porta; ma niuno verrà a dirmi che sia comoda in guerra; che non offenda la logica e il buon senso, e che in sommo grado non manifesti i vizi che ho indicato in principio, e che ora imprendo a dimostrare.
La tunica ha foggia tedesca ma peggiorata; strozza alla gola, stringe il petto e lo riscalda; l’aria che si trova rinchiusa tra essa e il torace, non potendo rinnovarsi, acquista una temperatura anormale; impedisce l’evaporazione; provoca il sudore. — Stretta a vita dalla cintura di cuoio, tira al braccio; ne impedisce il libero moto nelle ruotazioni della lancia o nelle alte parate della sciabola, e facilmente si straccia sotto le ascelle. — I cordami1 aggiunti al petto degli Ussari e delle Guide, non so se per dar più risalto, o per seguire costumanza straniera, nulla tolgono ai difetti; molto aggiungono alla spesa: — la cintura posta al disotto è la sola cosa utile che vi si vegga.
La giubba ha ad un dipresso gli stessi inconvenienti della tunica ed aggiunge ingombro all’affardellamento2. — Nell’ultima guerra, pochi giorni prima delle ostilità, venne ordine di rimandarle al deposito, insieme alle pesanti gualdrappe e alle maniche del pastrano che furon fatte scucire, per dimi-