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Sembra incredibile che Italia nostra, la quale per ben due volte fu maestra e culla d’ogni civiltà, sia ora tanto basso caduta, da veder la poveretta andare aliando intorno i quartieri d’Europa, come il mendico in cerca d’abiti, che con più o meno garbo possano coprir le sue vergogne!
Si discute se più convenga quel costume di Francia, di Spagna o di Germania, come si farebbe sul figurino della moda; si consultano persino i pittori, e si finisce sempre coll’adottare il partito di coloro, cui otto anni di vita nazionale non bastarono per ispogliarsi delle impressioni e dei pregiudizi, in mezzo a cui divennero adulti.
Per questo poi, tanti ne vediamo, talmente impressionati degli austriaci, che non sanno trovar bello, se non quanto sa d’ussaro o d’ulano. Molti altri, invaghiti dei rossi calzoni (dei braconi alla barbara, direbbe Tacito1) vorrebbero introdotte costumanze francesi. — Taluni, tra coloro che i russi videro in Crimea, non sarebbero alieni dalle foggie cosacche. — Ciascuno vorrebbe adottati gli usi e i pregiudizi del modello che si è proposto; e lo scarso criterio ne accresce l’entusiasmo, perchè quanto più ristrette uno ha le idee, tanto più s’ostina in sostener le altrui2.
- ↑ Superbo parve alle terre e città col dare alle persone togate udienza in saio di più colori, e braconi alla barbara (parlando di Cecina) G. Cornelio Tacito Delle Storie — Libro II. § XX.
- ↑ Paolo I, assunto al trono di Russia, eseguì subito il suo progetto favorito di adottare per l’esercito il costume prussiano, benchè quello che aveva allora l’esercito russo fosse più comodo e relativo al clima del settentrione. Souwarow vedendo il nuovo regolamento che prescriveva la cipria, i codini, una divisa affettata, incomoda e che non guarentiva il soldato dal freddo, gridò: «E che diavolo, la polvere da incipriare non è polvere da cannone, e i codini non sono baionette.»
stria, ed hanno voluto aver degli Ussari, quasi sempre perchè alcuni cortigiani eleganti hanno voluto brillare con belle divise, in mancanza di talenti e d istruzione.
Tutte coteste uniformi brillanti, dispendiose all’uffiziale e allo Stato, e incomode al soldato, ci vennero sempre dalla stessa fonte. — Schauemburg (Le Baron de) Emploi de la cavalerie à la guerre, Cap. ii. pag. 134.