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perchè tanto contribuiscono a dar forza fisica, agilità, flessibilità, leggerezza e salute; — condizioni indispensabili all’arte equestre.
Le lezioni d’ippiatrica si dovrebbero ristringere a quanto è necessario ad imparare a scegliere ed a saper conservare i cavalli destinati agli usi della milizia1. La pretesa di far d’ogni uffiziale un veterinario è un assurdo. — Ciò che si deve pretendere sia imparato a dovere, si è che ogni ufficiale, osservato un cavallo, sappia darne i connotati completi di taglia, sesso ed età, cosa che richiede studio ed esperienza; sappia descriverne il mantello e le sue specialità; la conformazione, se bella o difettosa, e in che consistano le sue bellezze e i suoi difetti; poterne dire l’origine e la razza dal suo complesso; parlare delle zoppìe e delle sue cagioni dopo averlo visto muovere; distinguere il genere di servizio a cui sembra più adatto, ed avere infine tutte quelle altre cognizioni, non certo le più facili, sugli organi visivi, sulla ferratura e sull’igiene.
Queste lezioni che si dovrebbero dare all’aperto, con un cavallo dinanzi, riuscirebbero più utili e più proficue di quelle da sala, ove dopo aver parlato per ben due ore di dorso mastoideo, d’epicondilo, epitroclo, trochitere, trocantere e trocantino2; non si fa che imbrogliar la mente con
- ↑ R. Fauvet. — Manuale d’Ippiatrica militare, ossia ristretto metodico delle cognizioni veterinarie indispensabili all’ufficiale di cavalleria. Introduzione, pag. vi.
- ↑ Vedi vol. 5° della teoria sugli esercizi ed evoluzioni! — Io veramente non ho mai capito qual nesso abbia l’ippiatrica col regolamento d’esercizi e d’evoluzioni. Fin dal 1862, epoca in cui fu stampato quel nuovo regolamento, non avrei saputo immaginare che due cose così disparate si potessero comprendere sotto l’istesso titolo.
Bouat, nel principio della guerra d’Italia, ordinava talvolta dei giuochi invece di esercizi tattici. Si combinavano partite di salti di steccati e salta montoni sotto la sorveglianza degli uffiziali; l’allegria era al colmo e ciascuno era contento. Cap. V, pag. 71.