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Questa trasformazione che noi non potremmo oprare in momento più opportuno ora che si attende al riordinamento dell’intero esercito, consiste in rendere la cavalleria più mobile, più rapida, più leggiera, coll’alleggerire la bardatura, diminuire il numero e il peso delle robe che ingombrano l’affardellamento, riducendo alla più semplice espressione il grande e piccolo arredo dei cavalieri; semplificare le evoluzioni, diminuire i comandi; dar maggiore sviluppo ai segnali, e quel che più monta, cambiare radicalmente la sua tattica costituzione.
Ma in tutte queste modificazioni e trasformazioni bisogna che noi teniamo stretto conto dei materiali che abbiamo per meglio coordinarli allo scopo, e vi consideriamo essenzialmente non solo ciò che favorisce la tattica, ma in particolar modo l’economia; pel principio ognor più prevalente nella pubblica opinione, di ristringere il passivo d’un bilancio, che assorbe, la maggior parte della sostanza nazionale.
Bisogna adunque trovar modo di proporzionare la cavalleria alle altre armi e combinarla colla natura e coi mezzi del nostro paese, dandogli un ordinamento che aumentandone l’effettivo combattente non aggiunga nuovo aggravio alle oberate finanze; e ciò m’è avviso non possa altrimenti ottenersi che col cambiarne prima di tutto radicalmente la sua tattica costituzione; — unico mezzo di farla salire a livello dei progressi della fanteria e dell’artiglieria.