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E qui io mi fermo e do termine a questo mio lavoro, che ho deciso pubblicare, perchè dopo gli ammaestramenti dell’ultima guerra, che sin qui non ci furono di gran profitto; in mezzo a tanta angustia di pecunia pubblica; stretti all’intorno dalla pace armata — ch’è della guerra assai peggior flagello, — e coll’unità della patria non ancora compiuta, è necessità riordinare l’esercito sopra altre basi.

Le riforme ch’io propongo, le ho appoggiate coi migliori esempi che abbia trovato, presso gli antichi e i moderni; non osando sperare che siano ammesse, colla sola forza delle ragioni e della mia personale convinzione.

Ho detto le cose, ho espresso la mia opinione, colla franchezza d’un uomo che ha la coscienza del vero; e se ho attaccato quanto v’ha di vizioso nel nostro sistema, non ebbi altra mira che l’interesse della nazione, e il maggior lustro d’una parte nobilissima del suo esercito, a cui vorrei pure essere utile colla mia esperienza e co’ miei studi.