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Un’altra riforma essenziale, sarebbe d’adottare per le principali frazioni componenti una linea, delle voci di comando esclusivamente appropriate a ciascheduna; affinchè pelle grandi evoluzioni non vi sia incertezza nei movimenti parziali e interni ch’esse richieggono, e tutte le formazioni, di piè fermo o marciando, invece di due diversi comandi, ne abbiamo un solo che con tutta chiarezza le esprima. — Così per esempio, invece di comandare:
Avanti, A sinistra, Sulla destra, |
in battaglia; |
si comanderebbe ad un plotone:
A sinistra, Sulla destra, Indietro a sinistra, |
formate il plotone; |
e la formazione avanti s’indicherebbe col solo formate il plotone a cui seguirebbe poi l’obbliquo a sinistra, o a destra, secondo la parte in cui dovesse formarsi.
Con uno squadrone si direbbe invece, formate lo squadrone; ma nelle formazioni di fianco, se si fosse in colonna di plotoni, si sostituirebbe l’a sinistra (o a destra) formate lo squadrone, col comando più spiccio di plotoni a sinistra (o a destra). In questo modo lo squadrone ch’è l’unità tattica della cavalleria, formando un tutto che può e deve far da sè, avrebbe ugualmente dei comandi circoscritti nella sua sfera d’azione, e proprii a sè solo.
Tutte le formazioni o spiegamenti di plotone o squadrone, non avrebbero più due diversi comandi, secondo che si dovesse fare alto, o marciare a formazione compiuta; ma ve ne sarebbe un solo, specialmente appropriato alla frazione che si comanda.
Qualora poi lo scopo della evoluzione, richiedesse che lo squa-
come quello che dà un’idea troppo bassa della cultura della parte più eletta dell’esercito; e difatti, niuno vorrebbe usarvi un vernacolo qualunque invece della lingua, perchè saprebbe di dare indizio di crassa ignoranza o di mancata educazione.