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facilità con cui i cannonieri potrebbero legare tra loro i cassoni colle prolunghe, e presentare ai foraggieri un ostacolo, dietro a cui co’ moschetti potrebbero offenderli al sicuro.

Prese le artiglierie, non bisogna affrettarsi a portarle via, perchè potrebbero esser cagione d’imbarazzo o d’un ritardo spesse volte funesto; ma lì per lì contentarsi di tagliar le tirelle; mettere al sicuro, o in caso anche uccidere i cavalli; distruggere, portar via o disperdere le munizioni e gli armamenti; e se v’è tempo e modo, far discendere da cavallo un po’ di gente, ad inchiodare i cannoni o ad ostruirli per la bocca, affinchè momentaneamente non siano più atti all’offesa, se al nemico riuscisse ripigliarli. La carica in foraggieri, usata contro le batterie serve egualmente contro cavalleria e fanteria in ordine sparso; ma più particolarmente nei rincalzi.

Dal sin qui detto, ne viene di conseguenza che a facilitare una carica ed accrescerne l’effetto sul nimico, bisogna non solo tenere altissimo il morale della cavalleria, per fortificarne la tempra ed accrescerne l’audacia; ma che i cavalieri trovino nel loro valore la necessaria fiducia, la quale avendo, per principale elemento l’abitudine equestre, è importantissimo perseverare nell’istruzione individuale che insegna ad assalire, come gli esercizi del tiro rendono forte a difesa la fanteria.

Quanto dicemmo sulle evoluzioni di reggimento, s’applica ugualmente alle evoluzioni di linea; se non che l’averle semplificate non basterebbe ancora, se a chi comanda non si dessero i mezzi di profittare del momento opportuno, per farsi comprendere in un attimo, e non perdere il tempo utile in comandi lunghi e moltiplicati.

Bisogna, come ben disse Napoleone I, saper valutare i secondi1, perchè i comandi moltiplicati ritardano i movi-

  1. Il generale di cavalleria deve possedere la scienza pratica, conoscere quanto valgano i secondi, disprezzare la vita e non affidarsi al caso — Memorie di Napoleone.