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gnanza che prova ogni cavaliere, persuaso per istinto, che se cozzasse contro quello che gli viene incontro, ne andrebbero ambedue colle ossa rotte. Generalmente se i due partiti sono ugualmente audaci, può succedere che i cavalieri s’attraversino pei vacui o per gl’intervalli; o che ambedue le linee a poca distanza si fermino. Ma per lo più, quello che ha meno impeto ed ardire, e minor fiducia in se stesso; quando è vicino, dà di volta, e allora non v’è più che ad inseguire.

Se succede che le opposte linee s’attraversino, bisogna fermare immediatamente e riordinarsi in fretta; eseguire un dietro fronte e caricare il nimico da tergo, mentre la riserva lo prende di fronte, e le colonne dalle ale cuoprono il nuovo attacco, opponendosi alle seconde linee dell’avversario, che naturalmente s’avanza a sostener la prima. Se poi ambedue a poca distanza si fermano; il primo che riparte subito a galoppo, e riprende l’iniziativa dell’offesa, è sicuro di vincere.

La carica in linea è quella che maggiormente conviene contro cavalleria, e può eseguirsi in linea retta, linea obbliqua, linea curva.

In linea retta s’intende quando la linea di battaglia è parallela a quella del nimico, ed è l’ordine più usato quando le forze d’ambo le parti si bilanciano.

In linea obbliqua o a scaglioni si carica con successo quando si ha una fronte meno estesa del nimico, o si vuole far impeto sopra un’ala, o guadagnargli un fianco, o superarne la linea. Quest’ordine, ch’è il più forte di tutti, si presta ugualmente ad offesa e a difesa; dà il vantaggio di non esporre che una parte soltanto della truppa agli azzardi del combattimento, e minacciando il nimico si possono tenere in serbo le proprie forze. In questa disposizione, è necessario rafforzare l’ala ch’è innanzi con qualche squadrone in potenza per attaccare di fianco il nimico in caso di successo, mentre il resto della linea ne contiene la fronte; ed in caso contrario trovar negli ultimi scaglioni delle riserve già formate, per contenere e proteggere la ritirata dei primi.

In linea curva non è che un ordine a scaglioni: quando