Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
98 |
pel rompere della linea e il successivo suo riordinarsi, e pericolosi sempre, specialmente se durante l’esecuzione del movimento si debba voltare il tergo o esporre il fianco al nimico1.— La marcia a scaglioni2, ch’è la base di tutte le buone evoluzioni della cavalleria, come la più forte, vantaggiosa ed ugualmente adatta ad offesa e a difesa; fatta così cogli squadroni spiegati, come il regolamento insegna, è soggetta agli stessi ostacoli e ad uguali lentezze della marcia in battaglia, e le conversioni di squadrone per far fronte dai lati o indietro, faticosissime sempre per loro stesse, potrebbero dal terreno esser pure impedite.
D’altra parte, la gran passata delle nuove armi da fuoco non permette oggi squadronare, anche a grandi distanze, senza essere molestati dai proiettili, ed una linea spiegata, che con un reggimento offre una distesa di 272 metri d’uomini, dà tanta presa per la sua estensione, che non si potrebbero eseguire senza pericolo tutte le attuali evoluzioni; le quali, avendo a base l’ordine spiegato, riescono sempre complicate pel continuo rompere e riformar la linea, con mosse talmente simmetriche, compassate e pedanti, che si direbbero immaginate apposta a far parata.
Bisogna quindi cambiar sistema, e cominciar primieramente a considerare ogni squadrone quello che è di fatto; — un tutto indipendente che deve concorrere da sè solo e per sè solo all’insieme e allo scopo del movimento; — poi partire da tutte altre basi se si vogliono semplificare davvero i movimenti della cavalleria, e darle tutta quella mobilità e leggerezza richiesta dalla sua natura e dalla necessità della moderna tattica.
L’ordine in linea spiegata che, come dimostrammo, tanti inconvenienti presenta, e nella marcia, e nelle evoluzioni, non potrebbe più considerarsi qual base di evoluzioni; ma quello ch’è realmente un ordine accidentale o d’azione; e l’ordine spiegato o di colonna, ch’è l’ordine abituale, perchè in guerra