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volta si potrebbe anche agevolarne la marcia col far rompere per quattro i plotoni d’ogni squadrone.

Il reggimento avrebbe allora una profondità di circa 175 metri, ch’è poco più d’un terzo di quella della colonna serrata, e formando i plotoni, riprenderebbe rapidamente l’ordine primitivo.

La marcia del reggimento in battaglia 1 è abbastanza sviluppata nel regolamento, e la truppa vi dev ’essere specialmente esercitata essendo l’evoluzione principale della cavalleria ed il vero suo ordine d’azione. Perciò l’allineamento è alla cavalleria importantissimo assai più che a qualunque altra truppa, perchè tutta la sua forza, ch’è nell’urto, non potrebbe essere che il prodotto della velocità con cui si muove, colla quantità della massa di prima riga che simultaneamente dà dentro pel solo effetto dell’allineamento.

Però è raro trovar paesi abbastanza aperti, dove la cavalleria possa passarvi in linea spiegata e con intervalli determinati, ch’è il più grande errore; perchè il terreno che generalmente si fa occupare dalla cavalleria sopra un campo di battaglia, non è quasi mai in proporzione col numero de’ suoi squadroni; e molte volte la necessità obbliga a spiegare la linea, con intervalli tanto pieni che vuoti, ch’è quanto dire a distanza della fronte di squadrone ed anche più.

L’esperienza, e quanto fu scritto sino ad ora sugl’intervalli, non contribuì a precisarne i limiti, ma soltanto a dar norme generali di determinarli secondo il terreno che si occupa, la linea di battaglia del nimico e generalmente le circostanze particolari ad ogni combattimento2. Non potendo quindi stabilirli quasi mai nei ristretti limiti dei regolamento, non è utile in tempo di pace mantenere una disposizione che le occorrenze della guerra potrebbero spesso modificare; e se le piazze d’armi delle nostre guarnigioni non permettono esercitare una linea a grand’intervalli, bisognerebbe almeno fissarli

  1. Vol. 3 del Regolamento, § 1950 al 1959, pag. 318 alla 325.
  2. Bismark, Tactique de la cavalerie, cap. vii, pag. 113.