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la capanna dello zio tom


— «Maria, Maria, amica mia, ragioniamo tranquillamente.»

— «Io detesto i vostri ragionamenti, o Giovanni, specialmente su questa materia. Voi altri uomini politici avete il vezzo d’imbrogliare le cose più semplici e piane; ma quando si tratta di metterle in pratica, non credete nè meno più a voi stessi. Ti conosco abbastanza, Giovanni. Tu sei persuaso, quanto io, che questa legge è ingiusta; e, quanto io, ripugneresti ad osservarla.»

In questo momento difficile, il vecchio Cudgioe, un negro soprintendente della casa, fece capolino dalla porta, e pregò la signora di recarsi un momento in cucina. Il nostro senatore, non poco sollevato, tenne dietro collo sguardo alla piccola sua moglie, non senza un misto di piacere e di dispetto; abbandonandosi quindi sopra la sedia, cominciò a leggere alcuni giornali. Di lì a poco si udì alla porta la voce di sua moglie, che in modo vivo, incalzante, lo chiamava:

— «Giovanni, Giovanni, vieni qua un momentino.»

Il signor Bird depose il giornale, andò in cucina, e rimase altamente meravigliato allo spettacolo che gli si presentava: — Una giovane, di complessione delicata, con vesti lacere, indurite dal gelo, co’ piedi scalzi e sanguinolenti, giaceva, quasi morta, sopra due sedie. Quantunque la faccia di lei portasse il carattere di una razza disprezzata, non si potea a meno di ammirarne la bellezza triste e commovente, quell’apparenza di morte, quel volto freddo, immobile, che faceva rabbrividire. Il signor Bird sentì stringersi il cuore e non fe’ motto; sua moglie e la vecchia zia Dina, l’unica fantesca di colore che essi avessero, le si affaccendavano intorno per richiamarla in vita; mentre il vecchio Cudgioe si era posto il fanciullo sulle ginocchia, gli toglieva le scarpine, le calze, e studiavasi riscaldarne i piccoli piedi.

— «Oh badate — diceva con voce compassionevole la vecchia Dina — pare che il caldo l’abbia fatta rinvenire. Ella era in forze quando venne, e mi chiese di lasciarla un tantin riscaldare; mentre io stava per dimandarle donde veniva, ella cadde sul pavimento. Non è donna da fatica, a giudicarne dalle mani.»

— «Povera creatura!» esclamò pietosamente la signora Bird, mentre la sconosciuta aprì lentamente i suoi grandi occhi neri, e quasi smemorata si guardò intorno. Un’espressione di agonia le contrasse in un subito i lineamenti del volto e gridò, sollevandosi:

— «O mio Arrigotto! me l’hanno tolto?»

Il fanciullo, a quella voce, balzò dalle ginocchia di Cudgioe e correndo al fianco della madre, le stese le braccia.

— «Ah è qui! è qui — sclamò quella; e volgendosi quindi, quasi fuori di essa, alla signora Bird: — proteggeteci! — soggiungeva; — non permettete che me lo tolgano!»