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la capanna dello zio tom


guettino su certe materie, e, in fatto di principii morali, siano meno scrupolosi di noi; la cosa è pur così. Ma per ora, cara mia, conosci tu pure come siano imperiose le circostanze, e come abbia scelto il miglior partito che esse mi consentivano.»

— «Ah sì! sì! — disse la signora Shelby, volgendo sbadatamente tra le dita il suo orologio di oro. — Non posseggo gemme preziose — ripigliava con aria pensierosa — ma questo orologio non potrebbe servir pur esso a qualche cosa? È costato una bella somma; se potessi salvare almeno il figliuolo di Elisa, sacrificherei volontieri quanto posseggo.»

— «Me ne duole, me ne duole gravemente, Emilia; mi duole davvero che tu prenda tanta parte a questo affare; ma non v’è rimedio; cosa fatta, capo ha; il contratto di vendita, già sottoscritto, è nelle mani di Haley; dobbiamo ringraziare il cielo se la cosa non andò peggio. Quell’uomo avea mezzo di cacciarci tutti alla malora, ed ora nol può più; se tu lo conoscessi come io, capiresti che siamo scampati da un bel pericolo.»

— «E dunque così crudele?»

— «Crudele, non si può dire; ma ha cuore di cuoio; non vive che per il guadagno; freddo, infaticabile, inesorabile come la morte e il sepolcro. Venderebbe, per amor dell’oro, la propria madre, e ciò senza volere alcun male alla povera vecchia.»

— «E quel sciagurato sarà padrone dell’ottimo Tom e del figliuoletto di Elisa?»

— «Pur troppo, mia cara, la è così; non vorrei più pensarvi. Haley, molto spiccio negli affari, verrà domani a impadronirsi del fatto suo. Io monterò a cavallo e andrò lontano; non ho cuore di vedere Tom; tu disporrai, come meglio credi, una gita per allontanare Elisa. Si compia questa faccenda, almeno senza che io ci assista cogli occhi proprii!»

— «No, no — esclamò la signora Shelby; — non voglio esser complice di tanta crudeltà. Andrò a vedere Tom, povero vecchio! Dio lo aiuti nel suo dolore! Sapranno almeno che la loro padrona divide con essi i loro sentimenti. Quanto ad Elisa, non ardisco pensarvi. Dio ci perdoni! Che abbiamo noi fatto perchè venisse a coglierci così fatale necessità?»

Questo colloquio era stato udito da persona che i coniugi Shelby non avrebbero sospettata presente.

L’appartamento comunicava con un ampio gabinetto, la cui porta metteva in un corridoio. Quando i padroni accommiatarono Elisa perchè si andasse a coricare, costei, nella febbrile ed infiammata sua fantasia, ebbe pensiero di recarsi nel gabinetto; e inchiodato l’orecchio alla fessura tra il pavimento e la porta, non perdè sillaba di quanto essi avean detto.

Quando tutto fu silenzio, Elisa sorse in piedi e si ritirò di soppiatto.