Pagina:La capanna dello zio Tom, 1871.djvu/48


— 38 —

la capanna dello zio tom


tuoi sentimenti, tuttochè senza aver gran pretensione di dividerli interamente con te; ma posso assicurarti solennemente che non vi è modo di fare altrimenti. Avea intenzione di dirtelo, Emilia; ma insomma non vi è altra alternativa che di vendere questi due schiavi, o vender tutto. Haley è divenuto padrone di una mia ipoteca, e se io non lo pagassi all’istante, ci spoglierebbe di ogni nostro avere. Raggranellai ogni risparmio, tolsi ad imprestito da ogni parte, andai quasi elemosinando, e, ciò nonostante, per soddisfare compiutamente al mio debito, importava vendere questi due schiavi. Ho dovuto cederli; Haley si è incapricciato di quel bimbo, e solamente per questo mezzo, e non altrimenti, annuì di acconciar la bisogna. Io stava nelle sue mani e dovetti cedere. Se ti duole che abbia venduto questi due servi, forse che sarebbe stato miglior partito se avessi dovuto venderli tutti?»

La signora Shelby restò quasi pietrificata; finalmente, voltandosi verso la sua toeletta, proruppe in un profondo singhiozzo.

— «Ecco la maledizione di Dio sulla schiavitù! Maledetta la schiavitù sopra tutte le cose! maledizione sul padrone, maledizione sullo schiavo! Insensata! e potea credere che da questo gran male potesse mai scaturire alcun bene! sotto impero di leggi come le nostre, è un delitto aver degli schiavi; ne ebbi sempre il sentimento e la persuasione fin dall’infanzia; me ne persuasi sempre più fortemente da che appartengo ad una chiesa; ma confidava che a forza di cure e sollecitudini avrei resa a’ miei servi la schiavitù preferibile alla libertà stessa; ma era pure insensata!»

— «O moglie mia, ora diventi abolizionista assoluta!»

— «Abolizionista! lo fui sempre; se costoro conoscessero, al pari di me, ciò che sia schiavitù, potrebbero parlare; ma che possono dirmi che io già non sappia? Non ho mai creduto che la schiavitù fosse legittima; non ho mai desiderato di posseder degli schiavi.»

— «E in ciò dissenti da molte pie e savie persone — disse Sheiby; — ti ricordi del sermone che il ministro B.... pronunciò la domenica scorsa?»

— «Non ho bisogno di andare ad assistere a tali sermoni; non voglio mai più recarmi nella nostra chiesa ad udirlo. Forse i ministri non possono impedire il male; non possono, meglio di noi, rimediarvi, ma che poi lo sostengano!... ecco ciò che ripugna al senso comune; sono certa che tu stesso ti dichiareresti contro un tale sermone.»

— «Sicuramente — rispose Sheiby; — confesso che que’ ministri spingono talvolta la cosa più in là che non oseremmo noi, poveri peccatori. Noi, uomini di mondo, dobbiamo transigere, non di rado, su certe cose che non sono giustificabili; ma non approviamo che donne e ministri cin-