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la capanna dello zio tom


in quel soggiorno e divenuto cieco, alzò al cielo le mani tremanti, e sclamò: «Rendiamo grazie a Dio!»

Tutti piegarono a terra le ginocchia; nè giammai un Te Deum più commovente di questo s’innalzò al cielo, tuttochè non fosse accompagnato nè dal suono delle campane, nè dalle armonie dell’organo.

Un altro negro intuonò un inno metodista, il cui ritornello era il seguente:

Giunse alfin il dì bramato;
Fa ritorno — al tuo soggiorno,
Riscattato — peccator.

— «Ancora una parola — disse Giorgio alla folla che gli si stringeva intorno colmandolo di benedizioni; — vi ricordate voi del vostro buon vecchio zio Tom?»

Giorgio Shelby ne raccontò allora succintamente la morte, e riferì le ultime parole che quel martire avea pronunciate. Quindi aggiunse:

— «Sulla tomba di lui, amici miei, ho pronunciato il giuramento per cui m’obbligai davanti a Dio a porre in libertà tutti i miei schiavi, e non lasciar più alcuno nel pericolo d’esser diviso da’ suoi amici, e tratto a morire, come il povero Tom, in una piantagione lontana. Sicchè allor che voi vi terrete avventurati della conseguita libertà, pensate che voi ne avete obbligo a quell’onesto, e dategli prova di vostra riconoscenza usando alla moglie e a’ figli di lui le più amorevoli cure. Pensate alla libertà ottenuta tutte le volte che voi vedrete La capanna dello zio Tom: fate ch’essa vi richiami alla mente, che vi fu lasciato un esempio a imitare, e che dovete adoperarvi ad essere, come fu egli, fedeli, onesti e cristiani.»