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la capanna dello zio tom
se dico che non ho desiderio alcuno di ritornare in America e di mescolarmi coi bianchi. È la razza africana quella che ha la mia simpatia, e per mia parte vorrei avere la tinta ancor più scura piuttosto che simigliare ad un creolo.
«Il mio desiderio è di costituire una nazionalità africana: vorrei un popolo che avesse un’esistenza a sè, ma dove trovarlo? Haiti non ne ha per certo gli elementi: i suoi abitanti ebbero per institutori una razza evirata, e innanzi di riabilitarsi avranno d’uopo di qualche secolo.
«Dove dunque rivolgermi? Io veggo sulle coste d’Africa una repubblica formata d’un piccol numero d’uomini che non debbono che a se medesimi la propria istruzione, e che per virtù propria s’innalzarono sopra la schiavitù. Questa repubblica, dopo qualche periodo di debolezza, è giunta a farsi riconoscere dalla Francia e dall’Inghilterra: quivi mi recherò a chiedere i miei diritti di cittadino.
«Io so bene che voi siete pronti a condannarmi, ma innanzi ascoltatemi: Durante il mio soggiorno in Francia, io ho meditato con grande amore l’istoria de’ miei fratelli in America: benchè lontano, ho assistito alle lotte degli abolizionisti e dei partigiani delle colonie; e ciò mi fece fare tali progetti ch’io non avrei mai ideati se avessi preso parte a quelle tenzoni.
«I nostri oppressori fecero capo dalla repubblica di Liberia per argomentare contro la nostra emancipazione; ma forsechè non v’ha un Iddio, i disegni del quale avanzano di gran lunga quelli dell’uomo? Non può egli, malgrado ogni ostacolo, gettar per noi le basi d’una nazione?
«Nell’epoca attuale, una nazione si crea in un giorno: essa trova di già risolto il problema d’una civiltà completa e d’una vita repubblicana: più nulla resta a scoprire; solo ad applicare. Uniamo dunque le nostre forze, e guardiamo insieme quale partito ci convenga trarre di questo nuovo stabilimento. Un continente magnifico, quale è l’Africa, ci si schiera innanzi, così a noi, come a’ nostri figliuoli: la nostra nazione vi spanderà la civiltà e il Cristianesimo. Fonderemo su questo suolo africano delle possenti repubbliche, le quali, propagandosi colla rapidità delle piante del tropico, si svilupperanno e fioriranno per lungo volger di secoli.
«Direte voi, che con questa io abbandono gli oppressi miei fratelli? Ma no; perchè se io potessi dimenticarli un istante, un’ora della mia vita, mi crederci indegno dell’aiuto di Dio: solo non so che poter fare per essi. Forse che io posso rompere le loro catene? No, perchè gli sforzi d’un solo individuo sono sterili; soltanto allora che io farò parte d’un gran popolo, che abbia voce deliberativa nel consiglio delle nazioni, io potrò parlare ed agire utilmente a pro de’ miei fratelli di schiavitù. Ed una na-