Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 408 — |
la capanna dello zio tom
Era egli forse solo, in quella lunga notte, in quel vecchio magazzino il buon negro, il cui cuore animoso e benevolo sapea reggere ad ogni genere di tormenti?
No! Gli stava accanto quell’Uno, veduto da lui solo, il Figliuol di Dio.
E vi stava eziandio lo spirito tentatore, acciecato dalla malvagia e prepotente sua volontà, consigliandolo a tradir l’innocenza per salvarsi da quella agonia. Ma il cuore forte e sincero di Tom stava saldo, appoggiato alla Rupe eterna. Egli sapeva, non altrimenti del suo Maestro, che se aveva potenza di salvar li altri non l’aveva di salvar sè, e i tormenti più atroci non ebbero forza di strappargli di bocca che parole di speranza e di preghiera.
— «L’abbiam quasi finito, padrone» disse Sambo, commosso, a suo dispetto; dalla pazienza della vittima.
— «Proseguite finchè ceda! battetelo, battetelo! — urlò Legrée; — avrò ogni goccia del suo sangue se non confessa.»
Tom aperse gli occhi e guardò il padrone.
— «Povera, infelice creatura! — diss’egli; — ecco tutto ciò che potete fare! Vi perdono con tutta l’anima» e svenne.
— «Credo che finalmente sia morto! — disse Legrée, soffermandosi a riguardarlo; — Sì, è morto! la sua bocca è chiusa — me ne consolo!»
Sì, Legrée; ma chi potrà far tacere quella voce nella tua anima — nella tua anima, che non conosce pentimento, preghiera, speranza; e dove già arde il fuoco inestinguibile?
Ma Tom non era morto. Le sue parole mirabili, le pietose sue preghiere aveano toccato il cuore a’ due negri abbrutiti, strumento delle crudeltà di Legrée sopra lui: mentre il padrone si allontanava, essi gli si fecero incontro, e nella loro ignoranza si sforzarono richiamarlo in vita — quasi che la vita fosse un bene per lui.
— «Oh, abbiamo commesso un’azione ben crudele! — disse Sambo. — Spero che il padrone, e non noi avrà a renderne conto.»
Gli lavarono le ferite — acconciarono un letto alla meglio con cotone scartato, ve lo adagiarono; e uno di essi, andato a casa, chiese a Legrée un bicchier di acquavite, sotto pretesto che avea sete e che ne abbisognava. Tornò addietro, e ne versò alcune goccie nella gola di Tom.
— «O Tom! — disse Quimbo — siamo stati ben crudeli con te!»
— «Vi perdono di tutto cuore» disse Tom debolmente.
— «O Tom! raccontaci chi è Gesù — riprese Sambo; — quel Gesù, che in tutta la scorsa notte ti è stato a fianco. — Chi è egli mai?»
Questa domanda rianimò la vita fuggevole di Tom. Con poche parole,