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la capanna dello zio tom
— «Parla! — tuonò Legrée, scuotendolo furiosamente. — Non sai nulla?»
— «So, padrone, ma non posso parlare. Posso morire!»
Legrée si sentì strozzar dalla rabbia; ma vincendola, afferrò Tom per un braccio, ed avvicinando la sua faccia a quella del negro, disse con voce terribile:
— «Bada, Tom; tu credi forse che io minacci da burla, perchè altre volte ho risparmiato la tua pelle, ma ora intendo tener parola; ho calcolata la perdita. Tu mi hai sempre resistito; ora ti domerò, o ti ucciderò. Non vi è mezzo termine. Conterò le goccie di sangue che hai nelle vene, e le prenderò ad una ad una se tu resisti.»
Tom guardò in volto il suo padrone, e rispose:
— «Padrone, se foste ammalato, afflitto o moribondo, darei, per salvarvi, tutto il sangue del mio cuore: e se, spargendo goccia a goccia tutto il sangue che ho in questo povero mio corpo, potessi salvare la vostra anima preziosa, sarei lieto di versarlo tutto, come il Signore ha versato il suo per me. O padrone, non vi caricate l’anima di sì enorme misfatto! Ne avreste più danno voi che io. Fate il peggio che potete; i miei mali finiranno presto ma i vostri, se non vi pentite, saranno eterni.»
Come nota, non intesa mai, di musica celestiale tra il fragore di una tempesta, questo impeto di espansione acquetò alquanto l’animo di Legrée, che, trasognato, guardava Tom. Successe tal silenzio, che avresti potuto udire distintamente l’oscillare del vecchio pendolo, il quale segnava, col taciturno suo moto, li ultimi momenti di misericordia, di perdono per quel cuore indurato.
Ma non fu che un momento, una titubanza istantanea, un battito meno feroce del cuore; lo spirito del male riprese il suo dominio con violenza sette volte più forte; e Legrée, spumante di rabbia, rovesciò a terra la sua vittima.
Scene di sangue e di crudeltà offendono troppo il nostro orecchio e il nostro cuore. Ciò che un uomo talvolta ha coraggio di fare, un altro uomo non ha coraggio di udire. Anche nel secreto delle camere, non possiam narrare ciò che un nostro simile, un nostro fratello in Cristo ha potuto soffrire, perchè di troppo ci contrista. Eppure, o mia patria! queste cose succedono all’ombra delle tue leggi! Oh Cristo! la tua Chiesa le vede e quasi non parla!
Ma comparve nel mondo un Tale, i cui patimenti cambiarono uno strumento di supplizio, di avvilimento e vergogna, in un simbolo di gloria, di onore e di vita immortale; e dovunque è il suo spirito, nè i flagelli sanguinosi, nè li insulti, nè le percosse possono fare che i supremi combattimenti del cristiano siano meno gloriosi.