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la capanna dello zio tom



— «Dodici ore, benissimo; ora vedremo» — diss’ella, volgendosi ed aprendo l’uscio che mettea nell’andito; e qui fermossi, quasi stesse in orecchio.

— «Udite! che ci è?» chiese ella, levando il dito.

— «Non è che il vento — rispose Legrée; — senti come soffia maledettamente!»

— «Avvicinatevi, Simone — disse sommessamente Cassy, ponendo la sua mano sopra di lui, e traendolo ai piedi della scala — sapete che vi sia là sopra? udite!»

Un fischio selvaggio risuonò nel granaio e giù per la scala. Legrée si sentì vacillare le ginocchia e divenne pallido di paura.

— «Non sarebbe meglio tener pronte le vostre pistole? — disse Cassy con una risata che agghiacciò il sangue nelle vene a Legrée. — È tempo di conoscer la cosa ben addentro; bramo vedervi alla prova; andiamo su, ecco il momento opportuno.»

— «Non andrò mai!» disse Legrée bestemmiando.

— «Perchè no? Certo, non vi son spiriti, come voi dite; andiamo!»

E Cassy si lanciò per la scaletta, sghignazzando e volgendosi addietro «venite.»

— «Credo che tu sia il diavolo — disse Legrée. — Vieni giù, stregaccia; scendi, Cassy.»

Ma Cassy con un sorriso di scherno scomparve. Legrée la sentì ad aprir l’uscio che mettea nel granaio. Un buffo impetuoso di vento che venne giù dalla scala, spense la candela che egli tenea in mano, e scoppiarono al tempo stesso nell’aere urla spaventevoli: parea che gli risuonassero dentro l’orecchie.

Legrée corse tremando nella sala, ove, pochi momenti dopo, sopraggiunse Cassy, pallida, tranquilla, fredda come uno spirito vendicatore, e sempre con quella luce ammaliante negli occhi.

— «Spero che sarete soddisfatto» diss’ella.

— «Va al diavolo, Cassy.»

— «Perchè? Io non andai che per chiudere le porte. Cosa credete che vi sia in quel granaio, Simone» chiese ella.

— «Non è tuo affare» rispose Legrée.

— «Oh va pur bene, ma io sono contenta di non dormir più di sotto.»

Cassy, prevedendo che quella sera dovea scoppiare un uragano di vento, era salita nel granaio e ne avea aperta la finestruola. Di subito le porte si spalancarono, il vento si ingolfò dentro e spense i lumi.

È questo un saggio delle burle che Cassy avea preso il vezzo di fare a Legrée, talchè questi avrebbe messo la sua testa in bocca a un leone anzichè esplorare il granaio. Intanto, di notte tempo e mentre tutto dor-