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la capanna dello zio tom


grosso coltello, che l’impugnai, che corsi addosso a quel miserabile; ed allora tutto si fece buio a’ miei occhi, e non ebbi più coscienza di me stessa per parecchi giorni e parecchie notti.

«Ripresi i sensi, mi trovai in una bella camera, ma non era la mia. Una vecchia negra mi vegliava; un medico venne a visitarmi, e prese gran cura di me. Seppi che Butler era partito e che mi avea lasciata in quella casa per esser venduta; e si è per questo che si usavan tante sollecitudini a mio riguardo.

«Non avea voglia di risanare, e sperava che sarei morta; ma la febbre, a mio dispetto, scomparve, ed io, migliorando di giorno in giorno, guarii perfettamente. Allora mi fecero vestire sontuosamente; ogni giorno, zerbinotti andavano e venivano continuamente, fumavano il sigaro, mi interrogavano, discuteano sul mio prezzo. Io stava così triste, così taciturna, che nessuno si invogliava di me. Fui minacciata della frusta se non inflingeva allegria, e si diedero qualche cura per rendermi d’aspetto più gradevole. Un giorno, capitò finalmente un signore per nome Stuart. Parea sentisse commiserazione di me; si accôrse che qualche cosa di formidabile mi pesava sul cuore; venne più volte a visitarmi mentre era sola, e mi persuaso alla fin fine di narrargli i miei casi. Mi comperò, mi promise che avrebbe fatto quanto era in lui per rintracciare e riscattare i miei figli. Si recò difatti alla casa dove si trovava il mio Arrigotto; ma ivi intese che era stato venduto ad un piantatore sul fiume Perla; e fu questa l’ultima volta che io ne ebbi sentore.

«Quanto a mia figlia, riuscì a scoprirla presso una vecchia che la teneva in custodia. Offerse un’ingente somma di danaro, ma non vi fu modo di riaverla. Butler, conoscendo il mio desiderio, mi fece sapere che non l’avrei riveduta mai più. Il capitano Stuart era gentilissimo verso di me, possedeva una bellissima piantagione, e mi vi condusse. Nel corso dell’anno, mi sgravai di un figlio. Oh, quel bimbo! quanto lo amava! Avea lo sguardo del mio povero Arrigottol Ma io avea risoluto che non lascerei mai più crescere alcuno de’ miei figli! Presi tra le mie braccia il pargoletto, che non avea più di due settimane; lo baciai, piansi sopra di lui; gli diedi quindi del laudanum, lo tenni al seno, finchè egli morì.

«Oh, come allora lo piansi, come gridai! Chi non avrebbe mai immaginato che io gli avessi somministrato per isbaglio il veleno! Eppure, è questa una delle poche cose di cui sono contenta. Sì, me ne rallegro; almeno egli non soffre. Che di meglio potea dargli della morte, povero bimbo mio! In quel mentre, scoppiò il cholera — il capitano Stuart ne fu vittima. Chi bramava di vivere, è morto; ed io — tutto che giunta alla porta del sepolcro — io vissi. Fui nuovamente venduta; passai di padrone in padrone, avvizzii, invecchiai, per febbri, per patimenti; finchè giunse questo sciaurato, mi comperò, mi condusse qui — e sono qui.»