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la capanna dello zio tom


rimaneva appena tanto quanto importava per coprire i debiti; i creditori compilarono un inventario di tutto, ed io vi fui compresa. Mia madre era schiava; mio padre avea avuto sempre intenzione di emanciparla, ma non l’avea fatto; e si è per questo che io fui posta in lista. Io ben conosceva la mia condizione, ma non me n’era crucciata gran fatto. Nessuno si immagina che un uomo giovane, robusto, debba morire. Mio padre, quattro ore prima di morire, stava benissimo; fu una delle prime vittime del cholera in Nuova-Orleans. Al domani del funerale, la moglie di mio padre tolse seco i suoi figliuoli, ed andò in una piantagione de’ suoi parenti. Mi parve di esser ivi trattata in modo singolare, ma non ne feci gran caso. Vi si trovava un giovane avvocato con incarico di acconciare i conti; veniva ogni giorno, si tratteneva famigliarmente con me, e solea parlarmi con bontà. Un giorno condusse seco un giovane signore, il più bell’uomo ch’io mi abbia mai veduto. Non dimenticherò mai quella sera: passeggiava seco lui nel giardino. Egli era solo, melanconico, dolce, affabilissimo verso di me; mi narrò come mi avesse veduta prima che io entrassi in convento, che mi avea amata in tutto quel tempo, che desiderava farsi amico mio e protettore. Insomma, quantunque non mel dicesse, avea pagato duemila dollari per me, ed io era cosa sua; ne stentai ad acconciarmivi, perchè lo amava. Lo amava! — esclamò la donna soffermandosi. — Quanto ho amato quell’uomo! Quanto l’amo ancora adesso, e l’amerò finchè vivo! Era così bello, così generoso! Mi allogò in una bellissima casa, con servi, vetture, cavalli, bei mobili, ricche vesti. Quanto si potea procacciar col danaro, mi ha procacciato; ma io badava poco alle ricchezze, perchè avea messo in lui tutto l’amor mio. L’ho amato più del mio Dio, più dell’anima mia; e quando, anche lo avessi voluto, mi sarebbe stato impossibile l’oppormi a’ suoi desiderii.

«Non mancava che una cosa alla mia felicità — non era sua moglie. Pareami che se veramente mi avesse amata come egli diceva, mi avrebbe tolta in isposa ed emancipata. Ma prese a dimostrarmi che ciò era impossibile, e che qualora ciascun di noi fosse stato fedele all’altro, il nostro matrimonio non sarebbe stato men vero. Non era io forse sua moglie? Non gli era forse fedele? Per ben sette anni, non mi studiai che di interpretare ogni suo atto, ogni suo sguardo; non vissi, non respirai che per piacere a lui. La febbre gialla lo colse; ed io per venti giorni, per venti notti, vegliai sempre presso il suo letto, io sola; gli amministrava le medicine, gli porgeva ogni cosa; ed egli mi chiamava il suo buon angelo, mi diceva che gli aveva salvata la vita. Avevamo due bei figliuoletti; il primo era un maschio, e si chiamava Arrigotto; era desso il ritratto di suo padre; avea li stessi occhi bellissimi, la stessa fronte, li stessi capelli inanellati, cadenti a ciocche intorno al volto; l’indole ani-