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la capanna dello zio tom


— «Signora — riprese Tom dopo alcuni momenti di silenzio; — ben veggo che mi superate in ogni cosa; ma ve ne ha una, che potrete imparare dal povero Tom. Avete testè detto che il Signore sta contro noi, perchè ci lascia martoriare; ma vedete quali strazii ha permesso di suo figliuolo, il benedetto re della gloria. Non fu sempre povero? soffrimmo mai li obbrobrii che egli ha sofferti? Il Signore non ci ha dimenticati; ne son certo. Se patiamo con lui, dice la Scrittura, regneremo pure con lui; ma se lo rinneghiamo, egli rinnegherà noi. Che non hanno patito, il Signore ed i suoi! Furono lapidati, cacciati, errarono per deserti, non d’altro vestiti che di pelli ferine, afflitti, travagliati. Se patiamo, non è questa una ragione per credere che il Signore sia contro di noi; anzi, tutto il contrario, se abbiamo confidenza in lui, per non peccare.»

— «Ma perchè ci mette egli al cimento di peccare?» chiese la donna.

— «Credo che possiamo guardarci dal peccare» rispose Tom.

— «Vedrete — riprese Cassy. — Che farete mai? domattina vi saranno nuovamente intorno; li conosco, e so di che sono capaci; non posso pensare a che sono capaci di farvi; e alla fin fine dovrete pur soccombere.»

— «Gesù, Signor mio! — esclamò Tom — avrete voi cura dell’anima mia? O Signore, salvatemi! — salvatemi dal peccato!»

— «Oh, amico — disse Cassy — intesi ben mille volte queste preghiere e queste grida; ma tutti, alla fin fine, dovettero cedere. Emmelina sta lottando anch’essa, come voi; ma che serve, dovrete cedere, o vi faranno a brani.»

— «Benissimo — disse Tom — allora morirò. Facciano ciò che vogliano; non potranno impedire che una volta io muoia! ed allora, sarò libero! Il Signore mi aiuterà, mi salverà!»

La donna non rispose; fissò a terra i suoi neri occhi attentamente.

— «Questa sarebbe una via di scampo — mormorava seco stessa; — ma per coloro che hanno ceduto non v’ha più speranza, nessuna speranza! Viviamo nel fango, e siam di peso a noi stessi! Bramiamo morire, e non abbiamo il coraggio di ucciderci. Nessuna speranza! nessuna speranza! nessuna speranza! — Questa giovinetta... io era appunto della sua età. Ed ora mi vedete — chiese a Tom con voce concitata — vedete ciò che ora sono? Ebbene; io fui educata nel lusso. Mi ricordo che, pargoletta, mi sollazzava in isplendide sale, era vestita come una manola; avea corteggio, visitatori che mi adulavano. La porta d’un salone mettea in un giardino; ed ivi solea scherzare, all’ombra degli aranci, in compagnia de’ miei fratelli e delle mie sorelle. Entrai in un convento, ed ivi imparai la musica, la lingua francese, il ricamo, e che so io; ne uscii in età di quattordici anni per assistere ai funerali di mio padre. Egli era morto improvvisamente; e quando si venne a liquidare i suoi interessi, si trovò che ci