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la capanna dello zio tom



Miriadi di insetti, generati da quella atmosfera umida, soffocata, inasprivano, punzecchiandolo continuamente, le sue piaghe; mentre una sete ardentissima — terribilissima su tutti i supplizii — accrescea strazio a strazio.

— «O buon Dio! degnatevi guardami! Fate che io riesca vittorioso di tutto!» pregava nelle sue angosce il povero Tom.

All’improvviso sentì alle spalle una leggiera pedata, e il lume d’una lanterna gli battè in volto.

— «Chi ci è? in nome di Dio, datemi un po’ di acqua!»

Cassy — poichè era dessa — depose la lanterna, verso acqua da una bottiglia, e, sollevandogli il capo, gli porse da bere. Tom ne bevette due o tre bicchieri di seguito, divorato da un ardore febbrile.

— «Bevete a vostro bell’agio — disse la donna; — so come vanno le cose; non è questa la prima volta che io vengo di notte a portar acqua, come ora a voi.»

— «Grazie, signora» disse Tom, poichè ebbe finito di bere.

— «Mi chiamate signora? sono una schiava miserabile come voi; abbietta quale non foste mai — soggiunse ella con amarezza. — Ma ora — riprese, avvicinandosi verso la porta, e traendo a mezzo un piccolo pagliariccio, su cui prese a spiegare lenzuola di lino inzuppate d’acqua fresca — adagiatevi qui, povero uomo!»

Estenuato dalle battiture, affranto in tutta la persona, Tom durò fatica per muoversi; ma, coricatosi alla fin fine, sentì un lieve refrigerio alle sue ferite, dall’aversi applicate sopra le lenzuola bagnate.

La donna, che, per aver trattato lungamente con vittime di tale brutalità, conoscea li opportuni rimedii, appese alle piaghe di Tom alcuni lenimenti che non poco, e in brev’ora, lo ristorarono.

— «Ora — disse la donna, sollevando il capo dell’infelice sopra un involto di cotone guasto, che gli servìa di guanciale, riposatevi; è il meglio che si può fare.»

Tom le rese grazie; la donna, sedendosi sul pavimento, con ambe le braccia raccolte intorno alle ginocchia lo contemplava senza far motto, ma con espressione di profondo cordoglio. Il fazzoletto che le avvolgea il capo, le cadde addietro sulle spalle, e lunghe anella di cappelli nerissimi le ondeggiavano intorno al volto, impresso di una singolare melanconia.

— «È tutto inutile, mio buon amico! — disse ella finalmente; — è affatto inutile ciò che avete tentato. Voi siete un bravo uomo; avete ragione, ma serve a nulla il resistere; siete caduto nelle mani del diavolo; è più forte di voi; bisogna cedere.»

Cedere! la debolezza umana, l’agonia de’ tormenti non aveano susurrata mai per lo innanzi questa parola all’orecchio di Tom? Egli ne tremò tutto; perchè quella donna angosciata, con quel guardo selvaggio, con quell’ac-