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la capanna dello zio tom


dere Tom come seguia cogli occhi ciascuno oggetto, a mano a mano che passava a questi o a quelli. La cassa poi compie l’opera, e diede argomento a mille celie crudeli.

Terminato questo piccolo affare, Simone tornò verso la sua proprietà.

— «Ora, Tom, come vedi, ti tolsi l’impaccio d’ogni bagaglio. Abbi somma cura di queste vestimenta; passerà molto tempo prima che tu ne abbia delle altre. È questo il mio sistema per far economi i mori.»

Simone si avviò quindi verso Emmelina, che siedeva incatenata con un’altra donna.

— «Ebbene, mia cara — le disse egli, accarezzandole il mento — fatti animo.»

Il tremito involontario di orrore, la paura, l’avversione con cui la giovinetta gli diè furtivo uno sguardo, non isfuggirono ai suo occhio penetrante; Simone, irritato, aggrottò le ciglia.

— «Non far moine, ragazza mia; devi far buona ciera, quando ti parlo, intendi? E tu, vecchiaccia, color di luna! — soggiunse egli, urtando ruvidamente la mulatta con cui Emmelina era incatenata — non farmi quel viso arcigno! sta allegra, ti ripeto.»

— «Ora, guardatemi tutti in volto — ricominciò egli, traendosi alcuni passi indietro — fissatemi bene negli occhi» e battè co’ piedi.

Gli occhi di tutti si fissarono, quasi per fascino, negli occhi grigi, scintillanti di Simone.

— «Ora — riprese egli, brandendo il pugno chiuso, grave, enorme come il martello d’un fabbro ferraio — vedete voi questo pugno? pesalo — soggiungeva, lasciandolo cadere sulla mano di Tom. — Guardate ben bene quest’ossa! posso assicurarvi che questo pugno si è indurito come ferro in abbatter negri. Non v’ha negro che io non possa rovesciar d’un colpo — soggiunse egli, agitando il pugno così vicino alla faccia di Tom, che questi credette bene indietreggiare. — Io non tengo custodi; faccio io da custode e nulla sfugge al mio sguardo. Ciascun di voi faccia il proprio dovere; ubbidisca a’ miei cenni, — pronto, diritto, come una freccia. È questo il miglior modo di star con me. Non isperate misericordia; badate bene a’ fatti vostri!»

Le donne non fiatavano per paura, e tutti, con volti abbassati, costernati, ascoltavano queste minaccie. Simone si volse quindi sulle calcagna, e si avviò al camerino del piroscafo per rinfrescarsi la gola.

— «Io preludio a questo modo co’ miei negri — disse egli ad un signore che gli era stato accanto ad ascoltar quel discorso. — È mio sistema esordire rigorosamente per far loro comprendere ciò che li aspetta.»

— «Davvero!» disse il forestiero, guardandolo colla curiosità di un naturalista che esamina un fenomeno straordinario.