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la capanna dello zio tom
Saint-Clare dava a queste parole un’espressione profonda e patetica; perchè il velo del tempio gli parea tolto dinanzi agli occhi, e credea udire la voce di sua madre che guidava la sua. La voce e l’istrumento armonizzavano, quasi amendue avessero la stessa vita; tale era l’accento affettuoso con cui rendea quelle note, che il divino Mozart avea concepite per il suo stesso funerale.
Quando Saint-Clare cessò di cantare, stette alcuni momenti colla fronte appoggiata sulla mano, e quindi si mise a passeggiare su e giù per la camera.
— «Che sublime concepimento è mai quello di un giudizio finale! — diss’egli; — la riparazione di quante ingiustizie si commisero nel corso dei secoli! — una sapienza infallibile che dà lo scioglimento di tutti i problemi morali! è una idea veramente meravigliosa!»
— «È terribile per noi» disse miss Ofelia.
— «Lo sarà per me — riprese Saint-Clare, fermandosi pensieroso. — Questa sera leggea a Tom quel capitolo di S. Matteo, ove si parla di questo giudizio, e ne rimasi vivamente commosso. Si direbbe che coloro cui sarà chiusa la via del Cielo, debbano esser carichi di delitti: no; sono condannati per non avere oprato il bene, quasichè questa negazione racchiedesse in sè ogni peccato.»
— «Forse — disse Ofelia — chi non fa bene non può a meno che far male.»
— «E che sarà di coloro — continuava Saint-Clare, parlando fra se stesso, ma con profondo sentimento — che la propria educazione, il proprio cuore, i bisogni della società chiamavano ad altri imprese; che passarono la vita infingarda, oziosi spettatori delle lotte, dell’agonia, della miseria dell’umanità, mentre avrebbero dovuto agire?»
— «Credo — disse Ofelia — che sarebbe bene si pentissero della loro inerzia, e cominciassero ad operare.»
— «Siete donna di azione e di proposito! — disse Saint-Clare, la cui fronte si rischiarava. — Non mi date mai tempo di riflettere, cugina mia; mi stringete sempre nella sfera del presente; avete sempre sul labbro il vostro eterno, inesorabile ora.»
— «L’ora presenta il tempo di cui posso unicamente disporre» disse miss Ofelia.
— «Cara Eva, povera mia fanciullina! — esclamò Saint-Clare; — mi ha preparato un bel lavoro a compiere!»
Era questa la prima volta, dopo la morte di Eva, che egli parlava a questo modo, e ben si vedeva che reprimea li impeti d’un profondo sentimento.
— «Ho tale un concetto del Cristianesimo — soggiungeva egli — che