Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 285 — |
la capanna dello zio tom
— «E a qual pro?» chiese Maria.
— «Mamma, voglio farne parte a’ miei amici, finchè posso darle io stessa. Chiamate, di grazia, la zia, acciò me le tagli.»
Maria levò la voce, e chiamò Ofelia dall’altra stanza.
La fanciullina si levò a sedere sul letto, appoggiando le spalle ai guanciali, e abbassando le lunghe ciocche dorate de’ suoi capelli; mentre Ofelia entrava nella camera, disse in modo scherzevole:
— «Venite, zia, a tosar l’agnello.»
— «Che ci è?» chiese Saint-Clare, che entrava appunto allora con qualche frutto che era andato a raccogliere.
— «Papà, ho pregato la zia a volermi tagliare alcune ciocche di capelli; ne ho di troppo, e mi scaldano soverchiamente il capo. Desidero anche di regalarne a qualcuno.»
Miss Ofelia si fece innanzi colle forbici. «Badate bene — le disse il padre — tagliate di sotto, fate in modo che la mancanza non apparisca; i capelli di Eva sono il mio orgoglio.»
— «Oh papà!» esclamò Eva malinconicamente.
— «Sì, e desidero che si rinvigoriscano, per quando verrai meco alla piantagione di tuo zio, a vedere il cugino Enrico» disse Saint-Clare, con voce allegra.
— «Io non vi andrò mai, papà; debbo andare in miglior paese; oh, credilo! non vedi, papà mio, come deperisco di giorno in giorno?»
— «Non potrò mai credere una cosa così crudele, Eva mia!» disse il padre.
— «Eppure è vero, papà; e se vorrai prestarmi fede, non rifuggirai dal partecipare ai miei sentimenti.»
Saint-Clare non aggiunse parola, e con volto costernato prese a contemplare le belle anella dei capelli che cadeano, a mano a mano, dalla fronte della figliuolina. Ella le raccoglieva, se le avvolgeva intorno alle dita immagrite e gettava, tratto tratto, uno sguardo ansioso sul padre.
— «Ed ecco appunto ciò che io prevedeva sulla mia salute! — disse Maria — ecco ciò che deve condurmi alla tomba senza che alcuno se ne accorga. Io me n’addiedi da gran tempo; e tra poco dovrai tu pure confessare, Saint-Clare, che io avea ragione.»
— «E ciò ti riuscirà certamente di grandissima consolazione!» rispose Saint-Clare con piglio beffardo.
Maria si abbandonò sul dosso del seggiolone, e si coprì il volto col fazzoletto.
I sereni, azzurri occhietti di Eva guardavano or l’uno or l’altro de’ suoi genitori. Era quello sguardo tranquillo, penetrante di un’anima che è già mezzo liberata dai terreni suoi vincoli; si vedea aperto che ella sentiva, apprezzava le differenze tra que’ due.