Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 280 — |
la capanna dello zio tom
— «Non conti per nulla ciò che miss Ofelia ha fatto per te? Ella mi dice d’aver fatto ogni prova per renderti migliore.»
— «Ciò è quanto mi diceva pure la mia antica padrona. Ella mi batteva, mi tirava pei capelli, mi sbatteva il capo contro il muro, ma non veniva mai a capo di nulla. M’avesse anche strappati tutti i capelli, credo che sarebbe stata opera perduta. Sono così cattiva... ho tutti i vizi d’una negra.»
— «Io non voglio più saperne» disse Ofelia.
— «Permettetemi una domanda.»
— «Quale?»
— «Se non vi basta l’animo di convertire una pagana, abbandonata intieramente a voi, a che pro inviare missionari tra un popolo simile ai bruti.»
Miss Ofelia rimase pensosa alquanto, ed Evangelina, che era stata presente alla scena, accennò a Topsy di seguirla in fondo della galleria in una cameretta con porta a vetri.
«Quale sara il pensiero d’Eva?» domandò a se stesso Saint-Clare.
Quindi s’avanzò sulla punta de’ piedi, sollevò la tenda che copriva l’uscio a vetri, e guardò nell’interno del gabinetto. Poco dopo, ponendo l’indice sulle labbra, fe’ cenno a miss Ofelia di appressarsi. Le due fanciulle sedevano per terra; Topsy conservava la sua solita aria maligna e indifferente, mentre Evangelina era in preda ad una profonda emozione.
— «Perchè ti governi così male, Topsy? Non ami tu alcuno al mondo?»
— «Non saprei dirvelo. Amo lo zuccaro e i dolci: ecco tutto.»
— «Certo, amerai tuo padre e tua madre...»
— «Non so d’averli avuti, ve l’ho già detto, miss Eva.»
— «È vero — ripigliò costei mestamente: — ma non hai un fratello, una sorella, una zia?...»
— «Nessuno, nessuno.»
— «Ma se tu volessi esser buona, il potresti.»
— «Non potrò essere mai altro che una negra.... Se fosse possibile mutarmi la pelle e rendermi bianca, forse...»
— «Ma, benchè negra, saresti amata, essendo buona...»
Topsy fece un ghigno con cui mostrò di non crederlo.
— «Tu non presti fede?»
— «No; miss Felia non può sofferirmi perchè sono una negra.... Ha maggiore orrore di me, che non d’un rospo. — I negri non sono amati da nessuno al mondo... non sono buoni a nulla... ma io me ne infischio...» e, ciò detto, si pose a zufolare.
— «Ah! Topsy, povera fanciulla! io ti amo — disse Eva con impeto subitaneo di tenerezza, posando la sua bianca mano sulle spalle della ne-