Pagina:La capanna dello zio Tom, 1871.djvu/286


— 276 —

la capanna dello zio tom


— «Tu stai molto meglio quest’oggi, n’è vero, figlia mia?»

— «Ah, caro padre — disse Eva con voce ferma — ho cose a dirvi che da lungo tempo mi stanno in cuore, e delle quali innanzi che il mio male si aggravi, voglio intrattenervi.»

Saint-Clare tremò: Eva si assise sopra i suoi ginocchi, e posò la testa sul di lui seno.

— «È cosa inutile, papà, darsi più a lungo cura di me; il momento s’avvicina in cui io vi lascierò tutti, e non ritornerò più....»

— «Angioletto mio — disse Saint-Clare con voce tremante, ma affettando ilarità; — non abbandonarti a così tristi pensieri. Guarda un po’ la graziosa statuetta ch’io t’ho comperata.»

— «Non illudetevi, papà — riprese Eva, senza però riguardarlo in viso; — io non istò punto meglio, lo so, e fra poco non sarò più; nè me ne duole: solo il pensiero di lasciar voi, di lasciar i miei amici m’affligge.»

— «Ma d’onde questa tristezza, figlia mia? Non hai tu quanto abbisogna per esser felice?»

— «Non pertanto io amerei meglio essere in cielo, chè alla terra, io non ci tengo più che per voi. Vi hanno troppe cose che mi affliggono e ch’io amerei tanto di non vedere! Ma mi è molto grave l’abbandonarvi.»

— «E che dunque ti può recar della pena.»

— «Quello che ogni dì veggo passarsi sotto i miei occhi. lo sono afflitta di vedere i nostri servitori che m’amano sinceramente, e che mi usano tante attenzioni, in una condizione così diversa dalla mia! Mi piacerebbe che fossero liberi.»

— «Forse ti pare ch’e’ non siano ben trattati?»

— «Sì; ma che cosa diverrebbero essi se vi arrivasse di abbandonarli? Pochi ci pareggiano: lo zio Alfredo e la mamma non vi somigliano punto, e i padroni della vecchia Prue sono assai lontani dell’avere i vostri sentimenti.... Dio! di quali orrori sono capaci gli uomini» aggiunse Eva con un fremito di tutta la persona.

— «Mia cara fanciulla, tu sei troppo sensibile, e io sono indispettito che altri ti metta a parte di simili istorie.»

— «Eccovi ciò che mi affligge, caro padre: voi volete che io viva felice, che mai non soffra, nè che intenda storie spiacevoli, allorchè tanti disgraziati passano la vita nel dolore: non è questo un ben crudele egoismo? Io invece debbo conoscere i loro mali e compatirli: essi mi pesarono sempre sul cuore, essi furono l’oggetto costante dalle mie meditazioni. Non vi sarebbe dunque un mezzo di vendicare gli schiavi a libertà?»

— «È una questione assai difficile, mia cara. Certo: il nostro sistema