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la capanna dello zio tom
— «Tu stai molto meglio quest’oggi, n’è vero, figlia mia?»
— «Ah, caro padre — disse Eva con voce ferma — ho cose a dirvi che da lungo tempo mi stanno in cuore, e delle quali innanzi che il mio male si aggravi, voglio intrattenervi.»
Saint-Clare tremò: Eva si assise sopra i suoi ginocchi, e posò la testa sul di lui seno.
— «È cosa inutile, papà, darsi più a lungo cura di me; il momento s’avvicina in cui io vi lascierò tutti, e non ritornerò più....»
— «Angioletto mio — disse Saint-Clare con voce tremante, ma affettando ilarità; — non abbandonarti a così tristi pensieri. Guarda un po’ la graziosa statuetta ch’io t’ho comperata.»
— «Non illudetevi, papà — riprese Eva, senza però riguardarlo in viso; — io non istò punto meglio, lo so, e fra poco non sarò più; nè me ne duole: solo il pensiero di lasciar voi, di lasciar i miei amici m’affligge.»
— «Ma d’onde questa tristezza, figlia mia? Non hai tu quanto abbisogna per esser felice?»
— «Non pertanto io amerei meglio essere in cielo, chè alla terra, io non ci tengo più che per voi. Vi hanno troppe cose che mi affliggono e ch’io amerei tanto di non vedere! Ma mi è molto grave l’abbandonarvi.»
— «E che dunque ti può recar della pena.»
— «Quello che ogni dì veggo passarsi sotto i miei occhi. lo sono afflitta di vedere i nostri servitori che m’amano sinceramente, e che mi usano tante attenzioni, in una condizione così diversa dalla mia! Mi piacerebbe che fossero liberi.»
— «Forse ti pare ch’e’ non siano ben trattati?»
— «Sì; ma che cosa diverrebbero essi se vi arrivasse di abbandonarli? Pochi ci pareggiano: lo zio Alfredo e la mamma non vi somigliano punto, e i padroni della vecchia Prue sono assai lontani dell’avere i vostri sentimenti.... Dio! di quali orrori sono capaci gli uomini» aggiunse Eva con un fremito di tutta la persona.
— «Mia cara fanciulla, tu sei troppo sensibile, e io sono indispettito che altri ti metta a parte di simili istorie.»
— «Eccovi ciò che mi affligge, caro padre: voi volete che io viva felice, che mai non soffra, nè che intenda storie spiacevoli, allorchè tanti disgraziati passano la vita nel dolore: non è questo un ben crudele egoismo? Io invece debbo conoscere i loro mali e compatirli: essi mi pesarono sempre sul cuore, essi furono l’oggetto costante dalle mie meditazioni. Non vi sarebbe dunque un mezzo di vendicare gli schiavi a libertà?»
— «È una questione assai difficile, mia cara. Certo: il nostro sistema