Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 272 — |
la capanna dello zio tom
cardinale di credere che nessuno al mondo potesse soffrir più di lei, e perciò non potea comportare, e si sdegnava che si parlasse di mali altrui. In questo caso, solea sempre attribuirli a infingardaggine, a mancanza di energia; e diceva che se altri provasse ciò che ella soffre conoscerebbe ben presto la differenza.
Più volte miss Ofelia avea tentato risvegliare i materni suoi timori intorno ad Eva, ma sempre inutilmente.
— «Io non veggo che la ragazza abbia male — dicea Maria — corre, giuoca.»
— «Ma ha la tosse.»
— «La tosse! che mi parlate di tosse? io fui sempre e soggetta alla tosse. Quando era dell’età di Eva, tutti credevano che dessi in etisia. Mammy dovea vegliarmi ogni notte. Oh la tosse di Eva è nulla.»
— «Ma ella indebolisce ogni dì più; soffre l’asma.»
— «Io ne soffersi per anni ed anni; è semplicemente una affezione nervosa.»
— «Ma ella suda molto alla notte!»
— «Ebbene; io soffersi di traspirazioni per dieci anni; le lenzuola, le vesti ne sono per modo inzuppate che Mammy non può asciugarle altrimenti che spiegandole al sole! Le traspirazioni di Eva sono un nonnulla a confronto delle mie!»
Miss Ofelia per qualche tempo non aprì bocca. Mar ora che il deperire di Eva era troppo manifesto e che il medico fu chiamato, Maria mutò subito sistema.
Da gran tempo — diceva ella — si era accorta, avea presentito che era destinata a divenire la più infelice delle madri. Così distrutta di salute, dovea assistere, cogli occhi proprii; alla lunga agonia dell’unica sua figliuola! E Maria tenea in piedi tutta notte Mammy, la rampognava, strepitava più del solito per effetto di questa nuova sventura.
— «Mia cara Maria — disse Saint-Clare — non parlare così; non dobbiamo ancor disperare.»
— «Voi, Saint-Clare, non conoscete i sentimenti di una madre. Voi non mi avete mai compresa, e adesso meno ancora.»
— «Ma non parlate come se fosse caso disperato!»
— «Io non posso prender la cosa colla vostra indifferenza, Saint-Clare. Se potete ancor lusingarvi sullo stato pericoloso dell’unica vostra figlia, io nol posso. È un colpo troppo forte per me, dopo quanto ho già sofferto.»
— «È vero — riprendea Saint-Clare — che la complessione di Eva è delicatissima; ne fui sempre persuaso; la sua cresciuta troppo precoce ne esaurì le forze; riconosco che la sua condizione è molto critica. Ma