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la capanna dello zio tom


comperato in un deposito di schiavi, mosso dalla sua avvenenza, che dovea consuonare colla bellezza del suo cavallo; ed ora faceva le sue prime prove, sotto la direzione di Enrico.

I due fratelli Saint-Clare aveano assistito, da un’altra parte del giardino, alla pena delle battiture.

Agostino arrossì; ma senza smettere della sua abituale indolenza caustica: «Suppongo, Alfredo — osservò egli — che sia questo un metodo di educazione repubblicana.»

— «Enrico è un demoniotto quando salta in collera» disse Alfredo con aria di indifferenza.

— «Credete forse che sia questo un bel modo di esercitarsi e di esordire?» soggiunse seccamente Agostino.

— «Nol potrei frenarlo, quando anche il volessi. Enrico è un vero temporale in miniatura. Sua madre ed io abbiamo deposto da lunga pezza il pensiero di contenerlo. Credo, d’altronde, che questo Dodo sia qualche cosa di incorporeo — non sente battiture.»

— «È questo il modo di insegnare ad Enrico il primo articolo del catechismo repubblicano. — Tutti gli uomini nascon liberi ed eguali.»

— «Bah! — disse Alfredo — è una delle sentenze di Tom Jefferson che egli tolse ad imprestito dal sentimentalismo francese; ed è cosa ridicola lasciarle andare in giro ancora al dì d’oggi.»

— «Lo credo anch’io» disse Agostino con piglio significante.

— «Perchè — riprese Alfredo — possiamo toccar con mano che gli uomini non nascono nè liberi, nè tutti eguali; anzi avviene ben il contrario. Quanto a me, opino che gran parte di questi principii repubblicani altro non è che ciarlataneria. Sono gli uomini educati, intelligenti, facoltosi che hanno diritti eguali, ma non già la canaglia.»

— «Benissimo, se potreste far adottare queste vostre regole alla canaglia. In Francia avvenne altrimenti.»

— «Certo, bisogna tenerli bassi, con persistenza, con rigore, come saprei ben io» disse Alfredo, premendo la terra col piede, quasi che volesse calpestar qualcuno.

— «Ma alla fin fine, prorompe in uno scoppio terribile — disse Agostino — ne sia esempio S. Domingo.»

— «Bah! — riprese Alfredo; — ma noi staremo all’erta nel nostro paese. Dobbiamo opporci a questa smania di educare, di nobilitare che ora predomina; le classi inferiori della società non vogliono essere educate.»

— «È inutile parlar del passato — disse Agostino; — saranno educati; il come non importa. Avete per sistema di corromperli colla brutalità, colla barbarie; spezzate in essi ogni vincolo che li leghi all’umanità, li riducete a condizione di bruti; e se un giorno avranno il sopravvento, dovremo combatterli come belve.»