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la capanna dello zio tom


         — «Non vorrei udir mai a parlare che la padrona dia lezioni; il padrone ha ragione assolutamente; ciò non converrà mai. Spero che nessuno della nostra famiglia sarà ridotto a tale, finchè io ho due braccia per lavorare.»

— «Non temere, Cloe; io avrò cura dell’onore della famiglia — disse la signora Shelby sorridendo; — ma quando faresti disegno di partire?»

— «Quando che sia; Samuele deve discendere il fiume con alcuni poledri, e mi ha proposto di andar con lui; così che posso acconciar subito le mie cose. Se la signora mi permette di partire domattina con Samuele, potrebbe rilasciarmi il mio passo-avanti e consegnarmi una commendatizia.»

— «Ebbene, zia Cloe, io farò tutto questo; va pure, il signor Shelby non ha cosa a ridire. Debbo prima parlargliene.»

La signora Shelby salì la scala; e la zia Cloe, tutta contenta, si avviò alla sua casuccia, per fare i preparativi alla partenza.

— «Padron Giorgio! non sapete che domattina partirò per Louisville — disse ella a Giorgio, mentre egli, entrando nella capanna, la vedea tutta affaccendata in dar sesto alle vesticciuole della sua bambina. — Stava mettendo un po’ d’ordine in queste cose. Partirò padroncino; andrò a guadagnare quattro dollari per settimana; e la padrona li terrà in serbo, per quindi riscattare il mio buon marito.»

— «Benissimo — esclamò Giorgio; — è un ottimo divisamento! e quando partirete?»

— «Domani, con Samuele. Ora spero, padroncino, che andrete a siedervi, scriverete al mio buon vecchiarello, informandolo di quanto occorre, non è vero?»

— «Certamente — rispose Giorgio; — lo zio Tom sarà lietissimo di questa nuova. Corro subito a casa per prender carta ed inchiostro; ed allora, zia Cloe, come ben capite, potrò parlare dei poledri e di tutto.»

— «Sicuro, padron Giorgio; ed io corro a mettere in pronto un bel pezzo di pollo od altro simile manicaretto; non avrete a cenare più molte volte colla povera vostra zia.»


CAPO XXII.


L’erba inaridita. — Il fiore avvizzito.


La vita corre veloce per tutti; così passarono due anni per il nostro amico Tom. Tuttochè diviso da quanto avea di più caro, e spesso pen-