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la capanna dello zio tom


sti, aumenta l’indocilità in quelli. La frusta e i cattivi trattamenti tengono della natura dell’oppio, che bisogna raddoppiarne la dose ogniqualvolta la sensibilità del paziente vada diminuendosi. Io me ne avvidi per tempo, e deliberai di non cominciare giammai un’operazione, che non sapeva dove e quando avrei potuta terminare. Volli conservare almeno il mio carattere morale; e da qui ne avvenne, che i miei schiavi crebbero come altrettanti fanciulli viziati; la qual cosa non saprei dire se sia bene, ma io però trovo d’aver fatto miglior partito, che se mi fossi abbrutito insieme co’ miei dipendenti. Più volte voi mi faceste parola della responsabilità che pesa sovra di noi, più volte mi rimproveraste di non istruir punto i miei schiavi; or bene, l’esperienza che voi andate facendo su questa giovane negra credo che varrà ad assolvermi in faccia vostra della mia negligenza.»

— «È il vostro sistema sociale che crea esseri simili» disse Ofelia.

— «Io lo so troppo bene; ma intanto essi ci sono, e che ci resta a fare a loro riguardo?»

— «Ci penserò — rispose Ofelia — poichè il mio dovere è di perseverare nell’intrapresa.»

La buona dama infatti perseverò; impose alla sua allieva occupazioni regolari, insegnandole leggere e cucire. Topsy imparò l’alfabeto assai presto, e a poco andare leggeva correntemente; ma in quanto al cucire, la bisogna fu diversa; che quello star immobile era uno sfinimento per Topsy, agile come un gatto e irrequieta come una scimmia; rompeva gli aghi, li gettava dalla finestra e ne’ crepacci delle muraglie, nascondeva il filo, lo insudiciava, e quando n’avesse modo, ne faceva scomparire delle intiere matasse. I suoi movimenti poi erano così rapidi, e sapeva padroneggiare talmente l’espressione della propria fisonomia, che miss Ofelia non sapea mai coglierla in fallo, quantunque le paresse strano quel succedersi continuo di malefatte.

Topsy si rese ben tosto notevole in famiglia; i suoi talenti per la pantomina, le burle, i visacci, erano maravigliosi; inoltre sapeva di ballo e di canto, faceva capriole, fischiava e rendeva con molta naturalezza ogni suono che l’impressionasse; nelle ore di ricreazione tutti i fanciulli di casa la seguivano ammirandola a bocca aperta. Eva medesima n’era incantata, a quella guisa medesima che una colomba è talvolta affascinata dalle spire di un serpente; e miss Ofelia, che ne aveva paura per la fanciulla, supplicò Saint-Clare perchè disdicesse a sua figlia la conversazione di Topsy.

— «Eh via! lasciatela tranquilla: io non ci veggo alcuno inconveniente.»

— «Ma una ragazza così depravata le insegnerà qualche turpitudine.»