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la capanna dello zio tom


     — «Topsy, sciagurata fanciulla, dimmi la verità; tu hai rubato quel nastro.»

— «O Signora, vi assicuro che no; non lo veggo che in questo momento.»

— «Topsy, tu devi sapere che è trista cosa il mentire!»

— «Non mentisco mai, miss Felia — rispose Topsy colla gravità della virtù calunniata — ho detto il vero, nè più, nè meno.»

— «Topsy, ti faccio battere, se menti.»

— «Potreste battermi un giorno intero, che io non potrei dire altrimenti — disse Topsy, cominciando a turbarsi. — Non ho mai veduto quel nastro, prima che mi uscisse dalla manica. Miss Felia, l’avevate lasciato nel letto, si trovò ravvolto nella mia veste, e per questo modo mi si cacciò nella manica.»

Miss Ofelia si indignò tanto a questa sfacciata menzogna, che afferrò la fanciulla per un braccio e la scosse violentemente.

— «Mi ripeterai tu sempre la stessa bugia?»

La scossa fece cadere a terra, dall’altra manica, il paio di guanti.

— «Ed ora — riprese miss Ofelia — mi sosterrai ancora che non hai rubato il nastro?»

Topsy dovette confessare di aver rubato i guanti, ma riguardo al nastro, stette sempre sul niego.

— «Or su, Topsy — disse miss Ofelia — se mi confessi il tutto, non ti batto per questa volta.» E Topsy, rassicurata da tal promessa, confessò, con proteste di pentimento, che avea rubato nastro e guanti.

— «Ora dimmi il resto. Devi aver rubate altre cose dacchè sei con noi, perchè ieri ti lasciai girovagare dappertutto. Confessa se hai preso qualche altro oggetto, e non ti farò battere.»

— «O signora! presi quella cosa rossa che miss Eva suole portare al collo.»

— «Sciagurata fanciulla! ed altro ancora!»

— «Presi li orecchini di Rosa — anch’essi rossi.»

— «Portameli immediatamente.»

— «Nol posso; cacciai tutto sul fuoco!»

— «Li hai cacciati sul fuoco? — che frottole! portameli o ti faccio battere.»

Topsy, protestando ad alta voce, piangendo, singhiozzando, dichiarò che era impossibile, perchè li aveva abbruciati.

— «E perchè li hai abbruciati?» chiese miss Ofelia.

— «Perchè sono cattiva, cattivissima; non posso rattenermi.»

Eva, senza saper nulla, entrò, appunto allora, nella camera, colla stessa collana di corallo al collo.