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la capanna dello zio tom
gazione che alcuni dei nostri lettori sapranno apprezzare, risolvette, invece di farsi il letto di propria mano, pulire, assestar la camera — operazione che avea sempre voluto compiere da se sola, senza il concorso della cameriera, — risolvette, dico, di condannarsi al martirio di ammaestrarvi Topsy. Se alcuno de’ nostri lettori dovesse fare altrettanto, saprebbe meglio apprezzare quanto costi una tale abnegazione.
Al domani, miss Ofelia condusse Topsy nella sua camera, e cominciò solennemente una serie di avvertimenti sull’arte misteriosa di fare un buon letto.
Topsy, ben lavata, decentemente vestita, senza l’acconciatura di quelle treccie, di cui tanto si compiaceva, munita d’un grembiale pulito, stava riverente dinanzi a miss Ofelia, con aria di solennità, di compunzione, che avrebbe armonizzato benissimo col carattere d’un funerale.
— «Ora, Topsy, bada attentamente come devi fare il letto. Io sono molto sofistica a questo riguardo, e tu devi imparar bene.»
— «Sì, signora» rispose Topsy, con un profondo sospiro e con aria di dolorosa attenzione.
— «Bada bene, Topsy: questo è il lenzuolo di sopra, e quest’altro è il lenzuolo di sotto: te ne ricorderai?»
— «Sì, signora» rispose Topsy, con un secondo sospiro.
— «Devi ripiegare il lenzuolo inferiore sopra il materasso; capisci come devi fare?»
— «Sì, signora» rispose Topsy con profonda attenzione.
— «Tiri il lenzuolo di sopra e lo raccogli ai piedi del letto.»
— «Sì, signora» ripetè Topsy. Ma miss Ofelia, tutta accalorata nella sua lezione, non si era accorta che mentre dava le spalle alla sua giovine alunna, questa avea dato di mano ad un paio di guanti e ad un nastro, e se li avea gittati destramente nella manica; ciò fatto, si ricompose, come prima, le braccia al petto.
— «Ora fa tu la prova, Topsy» disse miss Ofelia, ritirando le lenzuola.
Topsy, con somma gravità e precisione, disimpegnò la bisogna, con molta soddisfazione di miss Ofelia. Distese, spianò le lenzuola, talchè non presentavano neppure una ruga; e con tale una serietà, una compostezza, che la buona istitutrice ne fu grandemente edificata. Sgraziatamente, mentre l’operazione era quasi compiuta, uno dei capi del nastro uscì dalla manica e si attrasse li sguardi di miss Ofelia, che subito vi pose sopra la mano.
— «Che è ciò? sciagurata — hai rubato!»
Sebbene il nastro fosse uscito dalla manica di Topsy, questa non diè segno del minimo turbamento; guardò con aria di maraviglia e di incurante innocenza.
— «È vostro, miss Felia, questo nastro? Come si trova nella mia manica?»