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la capanna dello zio tom
formare delle associazioni, e di spedire qualche povero missionario a martellarsi il capo e a rischiar la pelle tra le genti pagane, voi siete pronti a darvi l’aria di apostoli; ma se poi accade di avere a raccogliere presso di sè uno di questi sgraziati, oh allora essi divengono troppo cattivi, troppo schifosi, troppo brutali perchè voi ve ne abbiate mai ad occupare....»
— «Ma voi non mi avete subito parlato in questo senso — rispose miss Ofelia, tentando di dare alla sua voce un tono modesto e carezzevole. — Nel vero che questa è opera da missionario.»
Saint-Clare avea toccata una corda sensibile, ed Ofelia cominciava a persuadersi che quanto le si raccomandava era per lei un dovere; non pertanto soggiungeva:
— «Ma perchè comperare anche questa piccola negra? le mie occupazioni da questo lato sono già abbastanza gravi....»
— «Cugina — interruppe Saint-Clare traendola in disparte — io debbo fare le mie scuse con voi de’ miei pazzi progetti: ma voi siete sì buona, che non vorrete certamente offendervene. Eccovi dunque come sta la cosa: questa fanciulla apparteneva a due bettolieri che tengono una taverna a breve tratto da noi, e presso la quale io passo quasi ogni giorno recandomi a’ miei affari: Topsy io la sentiva strapazzata e battuta da mane a sera, e facendomi pietà le sue tristi condizioni, volli comperarla; tanto più che, al vederla, mi parve se ne potesse cavare assai bene. Adesso l’affido a voi; datele una buona educazione come si costuma nella Nuova-Inghilterra; e io spero che sarete contenta dell’opera vostra. Educarla io, non ci avrei nè modo, nè garbo; fatene voi l’esperienza.»
— «Tenterò ogni mio possibile — disse languidamente Ofelia. Indi avvicinandosi a Topsy coll’aria di chi s’avvicini ad un ragno nero e schifoso, che si vuol gratificare della propria attenzione, soggiunse:
— «Ma dessa è quasi nuda, e per ristoro piena di sudiciume.»
— «Ebbene! fate che si lavi, e vestitela a nuovo.»
Ofelia allora condusse la piccola negra in cucina.
— «Sta! — fece Dina; — il padrone aveva proprio bisogno di questo sgomento!»
— «Uh! — sclamarono in coro Giovanna e Rosa, dando segni manifesti d’un vivo disgusto; — che la non ci venga mai d’in tra’ piedi; chè noi ne abbiamo infino agli occhi di questa genia!»
— «Uh! Alla fine, essa non è niente più nera di voi, madamigella Rosa — disse allora Dina piccata da queste parole che pareano un’illusione a lei stessa. — Pare che vi crediate esser bianca, voi; ma non siete nè bianca, nè nera. Varrebbe meglio esser l’una o l’altra di queste cose.»
Miss Ofelia si accorse che nessuno avea voglia di pettinare, vestire la buona venuta, e quindi si vide obbligata d’acconciarla ella stessa, coll’aiuto di Giovanna, che la secondava di mal garbo e con visibile ripugnanza.