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la capanna dello zio tom



Il sereno aspetto di Saint-Clare divenne fosco e pensoso per qualche istante: pareva vinto da un’idea penosa. Ma ripigliando indi a poco il suo usato sorriso, disse: «Orsù, cugina, smettete cotesto contegno di Fata in corruccio. Non avete rimosso fin ora che una parte del velo: ma se vi prendesse vaghezza di esplorare tutti i misteri della scena del mondo, avreste a schifo ogni cosa. Sarebbe lo stesso che esaminare la cucina di Dina.»

Saint-Clare si stese sopra un sofà, e ripigliò la lettura del suo giornale. Miss Ofelia prese a lavorar di maglia con un moto quasi convulsivo. Lavorò, lavorò; serbò lungamente il silenzio, e intanto i suoi pensieri aggiungevano esca al fuoco che le ardeva in cuore. Finalmente la fiamma si sprigionò vincendo ogni ritegno.

— «Oh! bisogna ch’io ve lo dica francamente, Agostino: io non posso trattar siffatte iniquità con quella leggerezza con che le trattate; no non posso. È un’abbominazione vera che osiate difendere cotesto sistema. Eccovi ciò ch’io ne penso.»

— «Che? — disse Saint-Clare alzando la testa — siamo da capo?»

— «Vi ripeto che il difendere cotesto sistema è cosa mostruosa» ripigliò miss Ofelia con ardore più vivo.

— «Cara mia, lo difendo io forse? Chi v’ha detto ch’io lo difenda!»

— «Forsechè nol difendono tutti gli abitanti del Sud? Se ciò non fosse, terreste schiavi?»

— «Siete voi semplice a segno che pensiate non farsi in questo mondo se non ciò che si crede conforme alla giustizia? Non fate voi giammai, o non avete mai fatto cosa alcuna che non vi paresse affatto giusta?»

— «Se io ebbi tale debolezza, me ne pento» soggiunse miss Ofelia, agitando frettolosamente i suoi aghi.

— «E fo così anch’io — disse Saint-Clare sbucciando una melarancia. — Io me ne pento sempre di tutto cuore.»

— «Ma perchè dunque tenete lo stesso costume?»

— «Non v’intervenne mai, cara cugina, di tenere lo stesso costume, o almeno di ricadere dopochè vi siate pentita?»

— «Sì, ma allora soltanto ch’io era fortemente tentata.»

— «Or bene, io sono stato fortemente tentato: ecco appunto la difficoltà che mi si attraversa.»

— «Ma risolvetti sempre di svezzarmi dai mali abiti.»

— «Ed io pure, da dieci anni, rinnovo tutto dì la stessa risoluzione; ma finora non riuscii nell’intento. Siete voi riuscita, cugina, a non cadere in alcun errore?»

— «Agostino — rispose gravemente miss Ofelia ponendo da un lato la sua maglia — io merito che mi rimproveriate i miei errori, nè pre-